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 USA - USA - Usa. Nel Wisconsin il veto alla ricerca si scontra con il governatore
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Articolo di Donatella Poretti
10 novembre 2005 13:21
 
Come promesso il governatore dello Stato del Wisconsin Jim Doyle ha posto il veto sulla legge statale approvata alla fine di settembre che intendeva vietare la clonazione umana, anche quella terapeutica, la spiegazione e' di non avere intenzione di criminalizzare la ricerca che in un futuro potrebbe trovare la cura per il Parkinson, malattia di cui soffre anche la madre del governatore democratico. Doyle spiega: "il rispetto della vita umana non deve significare il ritorno indietro nelle cure che potrebbero salvare la vita umana".
Il senatore repubblicano Joe Leibham, sostenitore del testo approvato dal parlamento del Wisconsin spiega che il divieto non vuol essere un limite etico, ma solo impedire la creazione di embrioni per la loro distruzione.
La legge avrebbe vietato la clonazione riproduttiva e terapeutica, ma anche i baby designer. Sono gia' sei gli Stati che hanno posto simili divieti (Arkansas, Indiana, Iowa, Michigan e i due Dakota), mentre altri otto hanno posto restrizioni solo per la clonazione riproduttiva.

Il caso dello Stato del Wisconsin e' molto importante visto nel 1998 lo scienziato Jamie Thomson localizzo' le prime cellule staminali embrionali umane. Attualmente 22 linee embrionali, autorizzate a ricevere finanziamenti federali, sono gestite dal WiCell Research Institute, la compagnia biotech fondata da Thomson e dalla Universita' del Wisconsin di Madison. Sempre in questa universita' del Wisconsin e' nata recentemente la prima banca di cellule staminali embrionali che dovrebbe ricevere 16 milioni di dollari dal Governo federale. E ancora il governatore Doyle ha incluso nel suo ultimo budget statale degli stanziamenti per creare dei centri di ricerca con le staminali.

Con la mossa del Governatore la partita ora si riapre, occorreranno infatti due terzi di voti in ciascun ramo parlamentare per superare il veto e far si' che il testo diventi legge dello Stato. E i numeri per il momento non ci sono. A giugno il voto della Camera aveva visto 59 a favore e 38 contrari, ma il Senato a settembre aveva registrato una sostanziale parita', e la legge era passata con soli 17 voti a favore contro 16 contrari. Insomma siamo ben lontani dai due terzi.

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