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 ITALIA - ITALIA - Appello per rinviare il ddl sul testamento biologico a dopo le elezioni europee
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27 febbraio 2009 0:00
 
Le contrarieta' trasversali al testamento biologico si uniscono in un appello comune per una 'moratoria' fino le elezioni europee. Rinvio che trova contrari sia il relatore di maggioranza del testo Raffaele Calabro' sia il presidente dei senatori del Pd Anna Finocchiaro. E cosi', seppur con uno slittamento di qualche giorno rispetto al 5 marzo, il disegno di legge andra' in Aula. Ma la legge sul fine vita continua a dividere: ieri il segretario del Pd Dario Franceschini ha avuto un chiarimento con Umberto Veronesi mentre nel Pdl si trovano a fare i conti con la presenza in commissione Affari Istituzionali di Lucio Malan e Giuseppe Saro, contrari al ddl. L'iter del ddl subisce gia' in mattinata uno stop, spia di malesseri che attraversano maggioranza ed opposizione. Senza il via libera della commissione Affari istituzionali, che arrivera' martedi', la commissione Sanita' rinvia a lunedi' e martedi' la fine dell'esame degli emendamenti, fissando a martedi' sera l'inizio del voto. A farsi interpreti di una volonta' politica di rinviare la legge a dopo le europee ci pensa un gruppo di senatori di Pd e Pdl: Emma Bonino, Pietro Ichino, Stefano Ceccanti ed Enzo Bianco per i democratici e Ferruccio Saro, Antonio Paravia e Lamberto Dini per il Pdl firmano un appello per chiedere che la discussione sia spostata a dopo il 7 giugno con lo scopo di far passare l'ondata emotiva provocata dalla vicenda di Eluana Englaro. Una richiesta che trova contrari i vertici di Pd e Pdl. 'Ritardare ulteriormente una legge sul testamento biologico sarebbe accanimento terapeutico', tira dritto il relatore del ddl, Raffaele Calabro' e in serata arrivera' il no di Finocchiaro, convinta che ci siano le condizioni 'per arrivare in tempi ragionevoli all'approvazione di una legge'. Quindi avanti tutta, anche se e' prevedibile un rinvio di qualche giorno per l'approdo del testo in aula. Ma le divisioni dentro i poli alzano i decibel della polemica politica. Il Pd, per giorni alle prese con le lacerazioni interne tra laici e cattolici, mette all'indice le contraddizioni nella maggioranza. 'Il Pdl si sta spaccando perche' sul testamento biologico non poteva funzionare il regime da caserma', evidenzia il leader Franceschini, che difende il pluralismo nel Pd, al termine dell'incontro a Palazzo Madama con Umberto Veronesi dopo la lettere su Micromega. Un chiarimento nel quale l'oncologo si sarebbe detto stupito per il clamore mediatico della sua iniziativa, nella quale criticava come una 'resa' gli emendamenti del Pd. Incalzata dall'opposizione, la maggioranza minimizza le sue divisioni. Il Pdl, assicurano il capogruppo Maurizio Gasparri e il suo vice Gaetano Quagliariello, ha trovato 'una linea unitaria sul ddl ancora in discussione e suscettibile di miglioramenti': linea che allarga la liberta' di coscienza 'ai pochissimi parlamentari' che vogliono esercitarla. Tra questi Lucio Malan e Ferruccio Saro, sui quali nel pomeriggio al Senato si apre un piccolo 'giallo' con la voce, poi smentita, della volonta' di sostituirli in commissione Affari Costituzionali, che dovra' dare il parere di costituzionalita'. 'E' pura illazione, non siamo una caserma e non imponiamo niente a nessuno. Se ci verra' chiesto di non partecipare a quella riunione lo prenderemo in considerazione', smentisce Quagliariello. Richiesta che, fanno sapere gli interessati, non arrivera'. 'Io e Malan saremo in commissione e va trovata una soluzione che concili la posizione maggioritaria del gruppo con la posizione differenziata che ho io e altri abbiamo su questa vicenda', assicura Saro.   
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