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 AUSTRIA - AUSTRIA - Chiesa cattolica. Legge d'iniziativa popolare contro i privilegi
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28 febbraio 2011 14:49
 
Dal 15 marzo, diverse organizzazioni critiche verso la Chiesa cattolica cominceranno a raccogliere le firme sotto una proposta di legge d'iniziativa popolare per chiedere la fine del Concordato con il Vaticano e per la "netta separazione tra Chiesa e Stato", oltre che il taglio delle "gigantesche sovvenzioni" di cui gode. Il secondo obiettivo è che lo Stato faccia chiarezza sugli abusi sessuali dentro la Chiesa.
"Ogni anno lo Stato deve versare alla Chiesa cattolica romana milioni di euro", recita uno dei punti del documento. Le scuole private cattoliche e le scuole materne sono finanziate con le imposte, gli atenei cattolici e le scuole superiori sono pagati dallo Stato ma controllati dalla Chiesa, i beni di proprietà della Chiesa sono per lo più esenti da imposta e però risanati con i soldi pubblici. Le doglianze non finiscono qui. Non si vuole più che il contributo versato alla Chiesa sia deducibile dall'imponibile e dunque sottratto all'erario; che le donazioni vadano "quasi esclusivamente a favore di enti ecclesiastici"; che il clero, tramite il diritto canonico, abbia instaurato un proprio sistema giuridico -di fatto uno "Stato nello Stato". Ne è un esempio l'organismo di tutela delle vittime di abusi istituito dal cardinale Christoph Schoenbrunn, quando, dicono i promotori, questi casi dovrebbero competere alla giustizia ordinaria. Persino la tv pubblica è condizionata dal Concordato, giacché per contratto è tenuta a trasmettere ampi programmi religiosi.
Chi vorrà sostenere la proposta di legge potrà sottoscrivere il documento dal 15 marzo al 15 ottobre negli uffici comunali di 200 città e Comuni; gli abitanti dei Comuni più piccoli potranno scaricare il modulo da Internet, firmarlo presso l'autorità comunale e inviarlo ai promotori. Le firme necessarie sono 8031, ma se ne prevedono almeno centomila. L'iniziativa è finanziata da privati.
Già nel 1995, la piattaforma "Noi siamo chiesa" promosse un'iniziativa popolare, che si limitava a raccogliere le firme senza essere una vera proposta di legge. Allora ne furono raccolte 505.154 per chiedere, tra l'altro, più diritto di parola, pari diritti per le donne e l'eliminazione del celibato obbligatorio.
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