La decisione del governo guidato da Giorgia Meloni di varare un assegno unico per le famiglie numerose in caso di nascita di un nuovo figlio ed il mancato rispetto della Direttiva Bolkestein sulle concessioni balneari, hanno attirato l’attenzione della Commissione europea, che ha avviato una procedura di infrazione.
Giovedì scorso la Commissione ha inviato un parere motivato al governo italiano contestando l’introduzione dell’assegno unico e il persistente mancato rispetto da parte del governo della direttiva Bolkestein sulle concessioni balneari.
Si tratta della seconda fase della procedura d’infrazione già avviata contro l’Italia nel 2020 per il mancato rispetto della direttiva prima del deferimento alla Corte di giustizia dell’UE, oltre al parere motivato che respinge l’assegno unico.
A marzo, l’Italia ha introdotto una misura per sostenere le famiglie numerose e promuovere la crescita del tasso di natalità in forte calo del Paese con un sostegno economico una tantum – che secondo la Commissione europea equivale a una discriminazione che “viola il diritto europeo perché non tratta i cittadini europei in modo uguale”.
La lettera di infrazione contiene anche il parere motivato dell’esecutivo UE sul dossier delle concessioni balneari, che evidenzia il mancato rispetto della Direttiva Bolkestein, secondo la quale le concessioni per l’occupazione delle spiagge italiane non possono essere rinnovate automaticamente ma devono essere sottoposte a una procedura di selezione imparziale e trasparente.
“La nostra preferenza è sempre quella di trovare un accordo con gli Stati membri piuttosto che andare in tribunale. Si tratta di un parere motivato che non pregiudica i negoziati in corso con le autorità italiane”, ha dichiarato una portavoce della Commissione.
Meloni e il commissario al commercio Thierry Breton si sono incontrati ad aprile per discutere della direttiva Bolkestein, e la Commissione ha deciso di procedere con un semplice avvertimento in cui si ribadisce che i ritardi nell’attuazione della direttiva sono “fonte di preoccupazione”.
L’Italia ha due mesi di tempo per rispondere alla Commissione e conformarsi alle regole dell’UE.
La questione è già stata discussa nel Consiglio dei ministri italiano di martedì scorso e probabilmente Meloni cercherà di mediare con la Commissione i prossimi passi che l’Italia deve compiere per evitare che la procedura d’infrazione produca i suoi effetti.
Il 5 ottobre, il tavolo tecnico sulla mappatura delle spiagge richiesto dal governo ha concluso che circa il 33% delle aree costiere di proprietà dello Stato (1/3 del totale) è in concessione, mentre il 67% è libero.
Il governo Meloni starebbe lavorando a un regolamento provvisorio per trovare un equilibrio tra il rispetto della Direttiva Bolkestein e la volontà di tutelare gli operatori economici.
(Euractiv del 17/11/2023)
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