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 ITALIA - ITALIA - Italia. Riformatori Liberali presentano manifesto "Diamo un'anima libertaria al centrodestra"...anche sull'eutanasia
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13 ottobre 2006 0:00
 
Domani, sabato 14 ottobre, a partire dalle ore 11,00, in un incontro pubblico presso l'Hotel Nazionale di P.zza Montecitorio a Roma, i Riformatori Liberali presenteranno il manifesto "Diamo un'anima libertaria al centrodestra". Nel manifesto, fra l'altro si legge: "Scelgono Forza Italia e la Cdl milioni di antistatalisti, "cattolici" o "laici", che sulle questioni etiche hanno idee e posizioni che incontrano sempre, salvo eccezioni, l'ostilita' del centrodestra. Milioni di persone che, come noi, sono favorevoli, o non ostili a priori, alle unioni civili omosessuali, alla ricerca scientifica sugli embrioni soprannumerari destinati comunque alla distruzione, al testamento biologico o a una regolamentazione dell'eutanasia, a una legislazione sulla droga che non alimenti la mafia e la violenza....A tutti loro una coalizione compattamente schierata su politiche d'ispirazione confessionale per i temi etici finirebbe per chiudere la porta in faccia".
Hanno sinora aderito al manifesto, tra gli altri: Vittorio Feltri, Giordano Bruno Guerri, Alessandro Cecchi Paone, Tiziana Maiolo, Luca Barbareschi, Roberta Tatafiore, Mauro Mellini, Carlo Monaco, Sofia Ventura, Andrea Marcenaro, Francesca Scopelliti, Mauro Suttora, Piero Milio, Emilia Rossi, Raimondo Cubeddu, Dario Fertilio, Filippo Facci, Arturo Gismondi, Maria Luisa Rossi Hawkins, Nicholas Farrel, Ivan Maravigna, Sandra Fei, Ernesto Caccavale, Arturo Diaconale Benedetto della Vedova, che domani con Marco Taradash, Peppino Calderisi e Carmelo Palma presentera' il manifesto.
"La presentazione della nostra iniziativa avverra' all'indomani della "confessione" di Don Verze', su cui molto dovrebbero riflettere i politici del centrodestra italiano -ha detto Della Vedova- Se l'autore della "confessione" non fosse stato Don Verze', molti di loro ne avrebbero richiesto l'arresto e l'avrebbero denunciato come infame banditore della cultura della morte. Per noi, al contrario, quella di Don Verze' e' la testimonianza di come lo Stato - guardando al futuro e non solo al passato - debba avvicinarsi ai temi della bio-politica con misura e ragionevolezza, per accrescere la liberta' e la responsabilita' delle persone, senza pretendere di incarnare il giudice supremo del bene e del male, della vita e della morte. Sulle unioni civili gay, come sull'eutanasia, sulla ricerca scientifica sugli embrioni come sulle politiche in materia di droga, chi si oppone allo statalismo economico non puo' farsi alfiere dello statalismo etico".
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