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 GRAN BRETAGNA - GRAN BRETAGNA - Madre 'devotissima' a processo per aver aiutato la figlia malata a togliersi la vita
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19 gennaio 2010 12:05
 
 Una madre compassionevole, amorevole e devotissima. Così è stata descritta una donna durante il processo che la vede imputata per assistenza al suicidio della figlia malata. Un ennesimo caso di eutanasia fai-da-te, forse, in un Paese che vieta ogni tipo di assistenza medica alla morte.
Bridget Kathleen Gilderdale, 55 anni, si dichiara innocente dall'accusa di omicidio, mentre ammette di aver assistito la figlia Lynn a togliersi la vita il 4 dicembre 2008. I membri della giuria popolare hanno ascoltato numerose testimonianze di amici e parenti della famiglia.
Lynn Gilderdale soffriva di encefalopatia mialgica dall'età di 14 anni e aveva espresso numerose volte la volontà di porre fine alla propria vita, secondo i testimoni.
L'accusa sostiene che Gilderdale ha procurato alla figlia due siringhe di morfina. La figlia si sarebbe autosomminstrata la sostanza, che però è risultata inefficace. A quel punto, la madre avrebbe somministrato alla figlia due pasticche di morfina e una iniezione di aria per causare un embolo.
L'autopsia ha stabilito che Lynn è morta per overdose di morfina.
Il procuratore Sally Howes ha chiesto ai giudici di non prendere i considerazione le motivazioni morali del gesto della madre, né di farsi influenzare dalle proprie opinioni sull'argomento del suicidio assistito. "Il vostro compito è quello di decidere se le azioni di Kay Gilderdale siano o meno legali", ha detto il procuratore durante la sua arringa.
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