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Cannabis Terapeutica. Rifiutare un trapianto perche' il paziente ne fa uso?
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Articolo di Francesco Crestani *
26 giugno 2011 21:42
 
Sulla rivista statunitense di cure palliative American Journal of Hospice and Palliative Medicine è stato recentemente riportato un caso clinico "interessante" nella sua tragicità.
Si tratta di ED, un paziente afroamericano di 39 anni affetto da colangite sclerosante, una patologia autoimmune che provoca infiammazione cronica nel fegato. I canali biliari si cicatrizzano così da impedire il deflusso della bile nell'intestino, e alla fine si ha insufficienza epatica. L'unica terapia definitiva è il trapianto di fegato.
ED da anni combatteva la sua malattia, che gli dava vari problemi, come dolori addominali, perdita dell'appetito, nausea cronica e vomito, ed era in lista d'attesa per il trapianto.
Per trattare questi sintomi il suo medico di base gli aveva prescritto oxicodone, un oppiaceo, e Cannabis, vivendo egli in uno stato dove questa risulta legale. Ricordiamo che le leggi federali statunitensi vietano l'uso della Cannabis e non riconoscono valore terapeutico alla pianta, mentre quattordici Stati della federazione ne permettono l'utilizzo in campo medico.
I parametri epatici di ED erano via via peggiorati, ma alla fine era stato chiamato per gli esami preoperatori in vista del trapianto. Tra gli esami eseguiti, un esame delle urine risultava positivo per oppiacei e Cannabis. L'equipe chirurgica non pose problemi per gli oppiacei. Tuttavia, di fronte alla positività da cannabinoidi il team rifiutò di procedere al trapianto per "uso di droghe d'abuso".
ED ricorse immediatamente a un avvocato e fu fatto un consulto etico.
Il caso ha offerto alla rivista l'opportunità di una "tavola rotonda etica", e vari esperti hanno esposto il proprio punto di vista. Sono riportati i pareri di un'infermiera, di un sociologo, di un esperto di etica, un medico e di una religiosa. Si rimanda all'articolo per la lettura di questi pareri, tutti interessanti e motivati, anche se si può sintetizzare dicendo che c'è unanimità nel ritenere assolutamente inopportuna la decisione del team chirurgico.
Riportiamo solo l'epilogo della vicenda, che ha trovato molto riscontro sui mass media locali.
Il team di trapianti è rimasto sulla sua linea nonostante altri medici avessero fatto presente che non vi era alcuna evidenza scientifica in letteratura di un aumentato rischio di danni al fegato o di rigetto con l'uso di Cannabis.
Il paziente è deceduto per insufficienza epatica tre settimane più tardi, lasciando la moglie e due figli, di otto e dodici anni.

Medical marijuana and organ transplantation: drug of abuse, or medical necessity? Baumrucker S, Mingle P, Harrington D, Stolick M, Carter GT, Oertli KA.
Am J Hosp Palliat Care. 2011 Mar;28(2):130-4. Epub 2011 Jan 4.

* Pres. Associazione Cannabis Terapeutica

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