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Come affrontare la mendicità infantile
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Articolo di Redazione
2 aprile 2012 19:32
 
Irritazione o compassione. Sono i due sentimenti più istintivi quando ci s'imbatte in un ragazzino che chiede l'elemosina.
Soccorso o allontanamento. Sono i due approcci classici adottati dalle autorità urbane.

"Dietro ai mendicanti si nascondono organizzazioni criminali senza scrupoli; con ogni probabilità si tratta di bambini vittime della tratta di esseri umani. E' un problema grave e dobbiamo proteggerli". A parlare è Reto Nause, responsabile della sicurezza della città di Berna.

Da quando è entrato in vigore il protocollo aggiuntivo all'accordo sulla libera circolazione delle persone tra l'Unione Europea e la Svizzera a giugno 2009, i cittadini di Romania e Bulgaria possono risiedere nella Confederazione per tre mesi senza bisogno del visto o di un permesso di soggiorno. Ciò rende difficile controllare i mendicanti di passaggio, e se si arrestano dei minorenni per accattonaggio, devono poi essere immediatamente rilasciati.
La mendicità infantile è un tema caldo e viene affrontato in vari modi dai Cantoni. Per esempio, in quello di Berna chiedere l'elemosina non è di per sé illegale, ma poiché gli stranieri che vogliono risiedervi devono disporre di mezzi finanziari per mantenersi, se vengono sorpresi a mendicare rischiano una sanzione. Altrove, come a Zurigo, Basilea o Ginevra, l'accattonaggio è invece tassativamente vietato.

Per far fronte al fenomeno è necessario che cambi la mentalità, che si considerino queste persone non come dei delinquenti, ma vittime di violazione dei diritti umani e dunque meritevoli d'aiuto. Lo sostengono l'Unione delle città elvetiche, il Servizio di coordinamento contro la tratta di esseri umani e la città di Berna.
Difficilmente un minorenne si trasferisce in Svizzera di sua spontanea volontà; accade invece che il "corriere" lo compri dalla famiglia, gli insegni a mendicare e a rubare e lo porti a lavorare in un Paese straniero. Il ragazzino diventa così lo schiavo che deve racimolare quanti più soldi possibili, versare l'incasso della giornata nelle mani del suo padrone, e se il bottino è magro, sono guai seri. Come aiutarlo? Bisognerebbe farlo tornare al Paese d'origine e agevolare il suo reintegro nella società. Missione difficile.

La polizia di Berna ha cercato fin dal 2009 d'affrontare il problema attraverso il progetto-pilota Agora. L'analisi del fenomeno ha portato a concludere che tre quarti dei mendicanti provengono dalla Romania e dalla Bulgaria, gli altri da Polonia e Slovacchia. Agora tenta di ricostruire l'itinerario dei piccoli mendicanti per risalire ai responsabili di questo traffico, e nello stesso tempo soccorre le vittime. Così mette a disposizione dei posti in un particolare istituto, dove i minorenni vengono assistiti fino al momento del rimpatrio. Se poi la famiglia non li può riprendere, vengono affidati a tutori.
Il progetto non incontra solo lodi: ci sarebbe il rischio di puntare soprattutto sul rimpatrio dei ragazzi, mentre occorre considerare i traumi che hanno subito e darsi più tempo per conquistare la loro fiducia e aiutarli a liberarsene, sostiene il Centro d'assistenza per i migranti FIZ.
Ad ogni modo i piccoli mendicanti sono spariti da Berna, ma non nelle altre città. E la Svizzera non è un'eccezione in Europa, giacché problemi simili esistono anche in Italia, Spagna, Francia, Germania. La sfida più grande per tutti è quella di considerare il fenomeno un problema di traffico di esseri umani.

(articolo di Thomas Stephens e Luigi Jorio per swissinfo.ch del 29-03-2012, adattamento di Rosa a Marca)
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