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Droghe psichedeliche. Il futuro del loro uso terapeutico
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Articolo di Redazione
21 dicembre 2016 9:33
 
 Un’importante e attiva campagna per la riforma delle droghe ha caratterizzato il 2016 come un anno innovativo per la ricerca sulla comprensione di come le droghe psichedeliche possono essere utilizzate per contribuire a trattare una serie di malattie.
“E’ stato un grande anno per la ricerca psichedelica”, dice Amanda Feilding, direttore esecutivo della Beckley Foundation, think-tank che si occupa di ricerca sulle sostanze psicoattive e di politica sulla droga. Mentre la maggior parte dei medicinali devono essere presi regolarmente e ripetutamente per essere efficaci, le droghe "psichedeliche sembrano uniche nella loro capacità di produrre risultati duraturi dopo appena uno o due trattamenti", ha spiegato descrivendo il processo come una "vibrazione profonda" nella mente.
Feilding ha provato la prima volta nel 1996 LSD su se stessa, ed e’ stata “un’esperienza dallo straordinario potere di alterazione della coscienza”, ed ha dedicato se stessa ad esplorare come l’alterazione della mente da parte delle droghe possa avere un beneficio per la societa’ se usata per curarsi, dispensata in un contesto medico.
Un recente studio pubblicato dalla Johm Hopkins University e dalla New York University sulla psilocibina -un ingrediente psichedelico contenuto nei funghi magici- ha dimostrato che la sostanza puo’ ridurre la depressione nei malati di cancro.
Ad aprile, la Beckley Foundation ha pubblicato il primo studio sulle immagini del cervello sotto gli effetti del LSD sulla rivista ‘PNAS’, mostrando che la parte del cervello che è correlato con il proprio ego è diminuita sotto il farmaco mentre la comunicazione tra altre reti si e' espansa. Dimostrando che, sotto l’effetto delle droghe, parte del cervello correlata con il proprio ego diminuisce la comunicazione, mentre la stessa comunicazione con le altre reti viene espansa. Capire come l’apporto di sangue e l'attività neuronale siano affetti dal LSD potrebbe aiutare a sbloccare la droga per poterla utilizzare come un potente trattamento per affrontare depressione, ansia, dipendenza e OCD (Obsessive-Compulsive Disorder).
Un mese dopo, uno studio diverso ha mostrato che la psilocibina -ingrediente dei funghi- puo’ aiutare le persone nei trattamenti resistenti alla depressione. La ricerca della Beckley Foudation e dell’Imperial Research Programm ha dimostrato che il 42% dei sintomi erano venuti meno dopo tre mesi in cui erano state usate le droghe psichedeliche.
In Usa, l’americana no-profit Multidisciplinary Association for Psychadelic Studies, sta valutando come la droga psicoattiva MDMA possa essere usata per aiutare nelle terapie contro il PTSD (Post Traumatic Stress Disorder). Nel contempo, Katie Anderson, dottore ricercatrice in scienze applicata alla London Southbank University, sta cercando di capire come usarla nella terapia di coppia.
Le ricerche attualmente in corso includono un’indagine su come le sostanze psichedeliche possono trattare la dipendenza da nicotina, e promuovono la neurogenesi per aiutare chi e’ colpito da Alzheimer.
“Le droghe psichedeliche sembrano in grado di scuotere questa rigidita’ e riavviare la connessione tra diversi modelli positivi di pensiero e di comportamento”, dice Feilding.
Pur capendo che la gente ha paura delle droghe e ammettendo che possano essere oggetto di abuso e causare danni -assumere droghe psichedeliche in modo scriteriato puo’ provocare problemi mentali e ricorrenti allucinazioni- Feilding crede che sia sbagliato continuare a vietarle “perche’ quando c’e’ un desiderio, ci sara’ sempre il modo di procurarsele”. Per cui occorrerebbe arrivare ad una regolamentazione specifica ed un approccio con “senso comune”.
“Dobbiamo cambiare la loro classificazione in modo che la ricerca scientifica possa procedere senza eclatanti e molto ampi ostacoli, in modo che queste sostanze possano essere prescritte in modo appropriato”.
Inoltre, Feilding crede che sia realistico che le droghe psichedeliche siano utilizzate per trattamenti nel Sistema sanitario nazionale (NHS) e che i tabu’ rimangano fuori.
“Se la compassione per la sofferenza e per le persone malate sara’ superiore ai tabu’, credo che ci saranno dei vantaggi economici per il Sistema sanitario. Le evidenze ci indicano che si puo’ ottenere di piu’ con una sessione con queste sostanze che non attraverso anni di psicoterapia”.
“Abbiamo anche raggiunto un punto di non ritorno di come le sostanze psichedeliche sono trattate dai media. Lo stigma che circonda la materia è sempre piu’ in calo, e un serio confronto sulle droghe psichedeliche non è più completamente un tabù. Il futuro è luminoso, se solo abbiamo intenzione di affrontarlo."

(articolo di Kashmira Gander, pubblicato sul quotidiano The Independent del 21/12/2016)
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