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Farmaci online. Audizione Aduc in Senato: dilagano truffe e falsi. Alto rischio sanitario. Legalizzare per piu' sicurezza e risparmio!!
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Articolo di Primo Mastrantoni
4 luglio 2009 0:00
 
Lo scorso 30 giugno, l'Aduc, per voce del suo segretario Primo Mastrantoni, e' stata audita dalla commissione Igiene e Sanita' del Senato che sta facendo un'indagine conoscitiva sul mercato dei farmaci venduti attraverso Internet. Segue il testo di quanto abbiamo detto:  
Se Internet rappresenta un fattore importante nel processo informativo, preventivo e di aggiornamento su numerose patologie, anche gravi, occorre prestare, invece, la massima attenzione all'acquisto di farmaci. L'avvertimento e' della European Alliance for Access to Safe Medicines (Eaasm), che si definisce associazione indipendente sopranazionale che raggruppa i portatori d'interesse nel settore della medicina e della salute e ha fra i finanziatori numerose aziende farmaceutiche.
Secondo Eaasm 6 volte su 10 il farmaco proposto non e' originale, e 3 volte su 5 l'acquisto e' operazione a rischio. Secondo una sua indagine, condotta su un campione di oltre 100 siti per la vendita di prodotti farmaceutici online, il 62% delle medicine acquistate online o presso farmacie virtuali sono prodotti contraffatti. Inoltre, ben il 95,6% delle farmacie che operano online lo fanno senza autorizzazione; il 94% dei siti che gestiscono questa tipologia di attivita' non ha al suo interno personale farmacista; il 90% delle farmacie analizzate vende e consegna al domicilio dell'acquirente prodotti per i quali non e' stata presentata la necessaria ricetta medica. Infine, nel 30% degli acquisti il prodotto non viene recapitato all'indirizzo del destinatario o arriva un prodotto diverso da quello richiesto. L'indagine evidenzia quindi che solo il 38% delle specialita' acquistate si sono dimostrate corrette; nel 16% dei casi i farmaci non erano autorizzati alla vendita nell'Unione Europea e nel 33% dei casi mancavano le informazioni per il paziente.
Questi dati sono stati confermati dall'Aifa (Agenzia italiana del farmaco) al SANIT - Forum Internazionale per la Salute (Palazzo dei Congressi - Roma Eur - dal 23 al 26 giugno 2008): il 70% dei medicinali contraffatti acquistati via Internet sono potenzialmente pericolosi. Lo studio, promosso da IMPACT Italia (composto da AIFA, Istituto Superiore di Sanita', Carabinieri NAS, Ministero della Salute e lAlto Commissario per la lotta alla contraffazione) in collaborazione con l'Organizzazione Mondiale della Sanita', contiene dati allarmanti: in 6 mesi sono stati effettuati circa 60 acquisti su siti che si dichiarano americani o canadesi (ma in realta' operanti anche in Europa).
Nel 50% dei casi l'acquisto si e' concluso con il prelievo dei soldi da parte della farmacia online senza l'invio di alcun prodotto. Si e' trattato quindi di vera truffa, spesso collegata anche al furto dell'indentita' digitale dell'acquirente o all'uso illegale dei codici della carta di credito, ma nel 50% dei casi l'arrivo del prodotto non ha certo messo al riparo l'acquirente, anzi. Per l'acquisto di steroidi anabolizzanti, nel 100% dei casi il prodotto non conteneva nessun principio attivo. Acqua fresca insomma. Nei farmaci per disfunzioni erettili, forse i piu' diffusi, nel 70% dei casi si trattava di cloni illegali, non controllati. E quindi molto pericolosi.
In Gran Bretagna e negli Stati Uniti, contrariamente all'Italia, le compagnie farmaceutiche possono vendere medicinali direttamente ai pazienti tramite consegna a domicilio. Questa pratica e' utilizzata in gran parte per pazienti affetti da malattie croniche che richiedono la somministrazione continuata e regolare di medicinali su ricetta, come Hiv, artrite reumatoide, emofilia e sclerosi multipla.
Secondo una indagine del quotidiano The Times (Gb) del 28.08.2007, la vendita diretta a domicilio permette ai pazienti, alle compagnie farmaceutiche e al sistema sanitario britannico di risparmiare centinaia di milioni di euro ogni anno. Tale pratica, infatti, elimina i costi della grande e piccola distribuzione, oltre a facilitare ed incoraggiare il trattamento a domicilio di pazienti che altrimenti richiedono una frequente ospedalizzazione. Sempre secondo il Times, grazie alla vendita diretta a domicilio di farmaci, il costo del trattamento dell'Hiv puo' diminuire fino a 2.000 euro l'anno per ogni paziente curato a casa propria.
La vendita diretta a domicilio facilita la consegna di prodotti farmaceutici biologici di nuova generazione -estratti da materiale biologico vivente, come vaccini, anticorpi, interleukins- che richiedono refrigerazione e consegna rapida. Il passaggio dalla grande alla piccola distribuzione, oltre ad aumentare i costi di tali prodotti (e quindi i costi per il Sistema sanitario), ostacola la rapida consegna di tali medicinali.
Da quanto esposto e' evidente che occorre intervenire per legalizzare la vendita online dei farmaci. Legalizzare significa ricondurre nell'alveo della legalita' e della sicurezza la vendita diretta dei farmaci. Questo sistema puo' essere attuato direttamente dai medici o dai pazienti opportunamente informati.
Nei Paesi dove questo e' possibile, i costi della distribuzione sono fortemente diminuiti, costi che in Italia ricadono sul sistema sanitario nazionale, e quindi sulle tasche dei cittadini (si eviterebbero i costi intermedi di distribuzione e vendita).
Parallelamente va avviata una campagna di informazione sui rischi di acquisto di prodotti farmaceutici tramite siti non sottoposti a verifica delle competenti autorita'. In questo modo si potrebbero ottenere due sostanziali benefici per il cittadino: quello relativo alla propria sicurezza e all'efficacia sanitaria e quello di un consistente risparmio che avrebbe ricadute positive per le tasche del contribuente.
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