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Fukushima: cambiare i livelli di contaminazione radioattiva per cibi importati
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Articolo di Redazione
4 aprile 2011 21:02
 
Confusione alle stelle. Dopo il disastro nucleare di Fukushima, l'Ue alza la soglia di contaminazione radioattiva per alcuni cibi provenienti dal Giappone. Il fatto è che supera quella fissata dopo l'incidente di Chernobyl. Per tutto questo, il Governo tedesco esige chiarezza.

Grande lo sdegno tra consumatori e loro associazioni. Nel fine settimana è entrata in vigore un'Ordinanza Ue, con carattere d'urgenza, che fissa i livelli massimi di radioattività per certi prodotti importati dal Giappone. Immediate le critiche dell'Organizzazione per i consumatori Foodwatch: inammissibile che gli standard di sicurezza siano stati abbassati dopo la catastrofe di Fukushima. Conseguenza dell'annuncio Ue: sgomento. Soprattutto quando la Commissione ha ribattuto di non aver affatto allentato le misure di sicurezza, ma di averle rafforzate. E di aver solo attivato una norma che giaceva nei cassetti fin dal 1987.
Wolfram Koenig, presidente dell'Ufficio federale per la tutela dalle radiazioni, vorrebbe dare subito un taglio alla discussione, proponendo l'armonizzazione/unificazione Ue dei limiti di radioattività degli alimenti.
Non è facile orientarsi in questa giungla. Il punto di partenza è il disastro di Chernobyl. Quando la nube radioattiva si era già estesa sull'Europa, nel maggio 1986 furono introdotti i valori massimi di contaminazione da cesio 134 e 137, per impedire certe importazioni dai Paesi colpiti dal disastro, come Russia o Ucraina. Questi limiti sono ancora validi e vincolanti per tutti gli alimenti provenienti dagli Stati Ue toccati da quell'incidente. E infatti in Germania capita ancora che funghi o carne di cinghiale vengano ritirati dal commercio per questo motivo.

Ordinanza tirata fuori dal cassetto
Il problema è che questi livelli valgono solo per le contaminazioni causate dal disastro di Chernobyl, e non se ne tiene conto invece per le importazioni dal Giappone dopo il disastro di Fukushima. In altre parole: finora non esisteva una base vincolante che potesse regolare il controllo delle importazioni da quel Paese. Così Bruxelles ha fatto scattare il provvedimento d'urgenza. La norma era stata concepita nel 1987, subito dopo Chernobyl, e sarebbe dovuta entrare in vigore in caso di un nuovo incidente nucleare.
Di positivo l'Ordinanza ha che per la prima volta viene regolamentato il livello massimo di iodio 131 -parametro finora ignorato. In compenso alza la soglia di cesio 134 e 137 rispetto a Chernobyl. Così, se Bruxelles sostiene d'aver agito per il bene dei consumatori, Foodwatch parla di una formula furbesca.

Difficile da spiegare
Anche per Wolfram Koenig non è proponibile una soglia superiore a quella di Chernobyl, e il Governo preme affinché quella soglia nell'Ue sia abbassata ai livelli allora stabiliti. Il portavoce della ministra per i Consumatori, Ilse Aigner, ha detto che la tutela dei consumatori passa per la prevenzione, sicchè si deve tornare a livelli inferiori e più sicuri. Sebbene Foodwatch e l'Ufficio per le radiazioni ammettano che la nuova soglia non dovrebbe costituire un rischio concreto per la salute, ritengono però che la normativa sia difficilmente comprensibile ai consumatori.
E' previsto che resti in vigore fino a fine giugno 2011 e rivedibile mensilmente sulla base delle rilevazioni sui cibi importati.
Per Greenpeace la nuova soglia è "illegale". Non può definirsi provvedimento di tutela preventiva della salute una norma che, dopo il disastro di Fukushima, fissi dei multipli del livello di cesio. Su un chilo di pesce importato dal Giappone il limite massimo passa infatti da 600 becquerel a 1250 per cesio-134; sui prodotti caseari, da 370 a 1000. Greenpeace sostiene che una modifica dei livelli di contaminazione radioattiva sia legittima solo se migliora la tutela dei consumatori, e non è questo il caso dell'ultima decisione di Bruxelles.
Critica anche la presidente dei Verdi, Claudia Roth. E' scandaloso, dice, che si tiri fuori dal cassetto un provvedimento dei tempi di Chernobyl per alzare i livelli di contaminazione radioattiva. Senza nemmeno prevedere di rilevare la contaminazione da plutonio, che è il veleno più pericoloso per l'uomo e l'ambiente. Essa sollecita la ministra Aigner a tutelare meglio i consumatori.

(articolo di  Cinthia Briseno per Der Spiegel dell' 01-04-2011. Traduzione di Rosa a Marca)

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