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GRAZIE ALLA VITA, A MODO MIO
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Articolo di Annapaola Laldi
1 marzo 2009 0:00
 
Se mai esiste una caratteristica che mi contraddistingue e' quella di non rinnegare niente di cio' che ho fatto nella vita. Attenzione: non sono contenta di tutto, no, e, se mi fosse dato di riviverla, questa vita, vorrei cambiare alcune cose. O meglio, in sostanza, vorrei vivere con un'attenzione piu' vigile per accorgermi in tempo, per esempio, che a volte la famosa "strada stretta" di cui parla l'Evangelo (e che esiste per davvero) puo' essere … un'autostrada, e che, a volte, l'errore in agguato e' quello di pensare: "Ma e' troppo facile!". Il resto -l'apertura alle situazioni e alle persone, con il giusto rispetto e la necessaria passione e tenerezza- verrebbe da se'. Come da se', prendendo un sentiero aspro e tortuoso, che spesso riconduceva sempre allo stesso punto, si e' creata una sorta di rintronamento che, in certe occasioni, mi ha portato a scambiare l'affermazione di me con la generosita' dell'impegno o l'intestardimento con la necessita'. Con tutto cio', non rinnego niente di cio' che ho fatto (e che mi hanno fatto). Non solo, ma guardo alla vita che ho vissuto, e che e' gia' abbastanza lunga, con estrema gratitudine perche', davvero, come dice una canzone famosa, "mi ha dato tanto". E in questo "tanto", mi piace sottolinearlo di nuovo, e' compreso tutto, ma proprio tutto cio' che e' stato, anche le cose (fatte o ricevute) che riconosco sgradevoli, talora perfino vergognose, perche', se oggi posso vivere finalmente con consapevolezza, lo devo anche a queste esperienze, anche agli errori commessi. 
E' cosi' che oggi, con questa nuova coscienza di me, che e' cominciata timidamente una ventina d'anni fa, posso ascoltare con gioiosa partecipazione Joan Baez che canta Gracias a la vida, la canzone della poeta e musicista cilena Violeta Parra. Oltre tutto, riconoscere che la vita finora mi ha dato tanto -compreso il pianto, s'intende- mi regala fiducia per l'oggi e il domani, includendo nel domani (e perche' no nell'oggi?) l'orizzonte ineludibile della mia stessa morte che sento parte integrante della vita.
Nella canzone Gracias a la vida, che si compone di sei strofe, mi piacciono in particolare la quarta che descrive l'andare, il camminare, inteso in senso reale e metaforico; in traduzione italiana dice: "Grazie alla vita/che mi ha dato tanto/mi ha dato la marcia/dei miei piedi stanchi,/con loro andai/per citta' e pozzanghere,/spiagge e deserti,/montagne e piani/…", e l'ultima che canta: "Grazie alla vita/che mi ha dato tanto,/mi ha dato il riso/e mi ha dato il pianto,/cosi' distinguo/gioia e dolore/i due materiali/che formano il mio canto/e il canto degli altri/che e' lo stesso canto/e il canto di tutti/che e' il mio proprio canto". Si', perche' anch'io sono certa che, al di la' di tutte le presunte differenze, su cui si basano i conflitti di ogni genere ed estensione, in realta', tutte le persone del mondo sono composte, come ben si vede, della stessa materia, la stessa carne e lo stesso sangue, gli stessi sentimenti, le stesse emozioni. Purtroppo, questo fatto sconta la sorte di tutte le cose evidenti, come ebbe a insegnare Edgar Allan Poe nella sua "Lettera rubata"; sono talmente sotto gli occhi di tutti che quasi nessuno le nota. Chissa' perche' il nostro esimio cervello funziona in tale stupidissima maniera.
 
Esiste anche una seconda canzone, A modo mio (interpretata da Patty Pravo), in cui mi riconosco abbastanza. Pure io posso dire, infatti: "ho avuto, non ho avuto, tutto perfetto, tutto sbagliato./Pero' io sono io, a modo mio./E anche se ho pianto un po', quell'esperienza mi ha fatto bene". Un altro passaggio che parla di "bocconi amari" che pero' sono stati sputati fuori, rivela invece un'esperienza diversa dalla mia. I miei bocconi amari per tanto tempo ho fatto vista che non fossero tali, e da quando ho preso atto che, in realta', c'erano cose che non avevo digerito da anni e mi pesavano quindi sullo stomaco (e non parlo solo in senso metaforico), beh, devo dire che, in parte, esse sono ancora oggetto di una faticosa digestione e metabolizzazione. Ma sento che ce la faro'. Yes, I can!

Gracias a la vida
e A modo mio sono due canzoni che hanno anche altri punti in comune oltre a quello di piacermi. Sono infatti nate ambedue alla fine degli anni Sessanta del secolo scorso, nel 1966 Gracias a la vida, e nel 1967 la canzone francese originale,Comme d'habitude, scritta da Claude François, che subito dopo, in America, divento', a opera di Paul Anka, My Way che fu un grande successo di Frank Sinatra, per poi passare in Italia col titolo che conosciamo (A modo mio). Ma c'e' un interessante pero', che offre il secondo punto in comune delle due canzoni: il testo americano di questa seconda canzone non e' ne' una traduzione ne' un adattamento di quello francese; dai dispiaceri d'amore narrati in Comme d'habitude si passa a uno sguardo d'insieme sulla vita, come puo' darlo solo una persona che ha vissuto abbastanza a lungo (e del resto Frank Sinatra, pur restando per anni una leggenda vivente, nel 1969 aveva gia' 54 anni). Lo stesso sguardo sulla vita vissuta che offre Gracias a la vida che e' l'ultimo disco registrato da Violeta Parra, anche lei sul confine dei 50 anni, la quale, colpita da una forte depressione, si suicidera' il 5 febbraio 1967. E la serenita' di questa canzone in cosi' stretta prossimita' della morte dell'autrice non deve stupire; gia' in questa noterelle mi sono occupata di un altro testamento che contiene un inno alla vita, e precisamente "Forse la mia ultima lettera a Mehmet" del poeta turco Nazim Hikmet (15.6.2004: clicca qui ).
 
Prima di concludere fornendo i link ad alcuni video, in cui si possono ascoltare le due canzoni citate, desidero mettere a fuoco uno degli ambiti concreti della mia riconoscenza alla vita, che riguarda proprio queste noterelle che vado scrivendo dal novembre 2000. Infatti, poter usufruire di questa possibilita' di comunicazione e' per me un fatto oltremodo importante, perche' mi spinge a scegliere fra le mie idee e a convogliare l'impegno per delimitare e approfondire con oggettivita' il relativo argomento, fornendo a chi legge (ma prima di tutto a me stessa) informazioni corrette e controllabili. Per me questo e' importante, perche' di natura mi riconosco piuttosto caotica e dispersiva, un contesto nel quale la capacita' intuitiva, che pure sento di avere, mi porterebbe a essere superficiale. Ma tutto cio' non mi piace, perche' vi sento in agguato il pericolo del pre-giudizio, il che cozza fortemente con il mio senso della giustizia e dell'onesta'. E grazie, dunque, alla vita, che mi ha dato anche "La pulce nell'orecchio" che mi obbliga a essere una ricercatrice attenta e rigorosa.
 
LINK utili:
Per ascoltare A modo mio:
clicca qui (canta Patty Pravo al Piper nel 1997)
clicca qui (My Way, canta Frank Sinatra nel 1974)
clicca qui (canta Claude François col testo originale francese, Comme d'habitude).
 
Testo della canzone in francese e sua storia:
clicca qui (storia di May Way)
clicca qui (testo originale con traduzione in tre lingue e storia della canzone in francese)
 
 
Per ascoltare Gracias a la vida:
clicca qui (Canta Violeta Parra)
clicca qui (cantano Mercedes Sosa e una ancor giovane Joan Baez)
clicca qui (canta una Joan Baez coi capelli bianchi)
clicca qui (canta Gabriella Ferri con testo in italiano -versione breve).
clicca qui (canta Gabriella Ferri in italiano)
 
Testo della canzone con traduzione a fronte:
clicca qui
Su Violeta Parra: clicca qui 
 
(a cura di Annapaola Laldi)
 


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