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Legalizzata, depenalizzata, vietata.... la cannabis nel mondo in 8 grafici
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Articolo di Redazione
17 ottobre 2018 15:10
 
 Il divieto della cannabis, che vede tutti d’accordo nel mondo da un secolo, sta per andare in fumo? Prima il Canada, che ha legalizzato la cannabis a partire da oggi 17 ottobre, lo Stato della California che ha legalizzato questa droga il 1 gennaio di quest’anno, questa ipotesi comincia a prendere corpo.
Era ancora vaga quando l’Uruguay ha aperto le porte, nel 2013, legalizzando in modo ben inquadrato coltivazione e consumo della cannabis. Nonostante questa droga dolce si consuma da diversi secoli sotto differenti forme per un uso ricreativo o terapeutico, essa è vietata nella quasi totalità dei Paesi del mondo.
Ma contrariamente a questa idea diffusa, questo situazione di fatto era relativamente recente nella storia umana. Una delle prime legge per il divieto della cannabis è stata approvata in Egitto nel 1868, ma la maggior parte dei Paesi occidentali lo hanno seguito solo negli anni 1920/30, e il divieto si è veramente mondializzato dopo la guerra, come ce lo ricorda il Transnational Institute in un rapporto in merito.

La cannabis legalizzata per l’1,5% della popolazione mondiale
A cavallo del XXI secolo, la constatazione della sconfitta delle politiche repressive ha portato le autorità di diversi Paesi ad interrogarsi sull’opportunità di politiche alternative, basate sulla seguente idea: considerato che non riusciamo a circoscrivere i traffici e a dissuadere i consumatori, accettiamo questo consumo per meglio comprenderlo e migliorare la prevenzione.

La legalizzazione della cannabis rimane ultra-minoritaria nel mondo
I Paesi che hanno scelto la via della legalizzazione, anche parziale, della cannabis sono molto rari.



La popolazione dove la cannabis ricreativa è legale
A luglio 2018, con l’entrata in vigore di una nuova legge canadese, circa l’1,5% della popolazione mondiale ha accesso legalmente alla cannabis ricreativa



Pur se la questione della cannabis agita il dibattito politico di numerosi Paesi, pochi tra loro sembrano oggi pronti a fare il passo. Solo la Nuova Zelanda ha ufficialmente avviato un processo, con un referendum in merito previsto pr il 2020.
La depenalizzazione, una soluzione intermedia che seduce
Al contrari, un gran numero di governi hanno fatto un’altra scelta per glissare sullo stato repressivo: la depenalizzazione. Il consumo e/o coltivazione della cannabis sono ufficialmente illegali, ma sono tollerati o soggiacciono a pene molto meno pesanti, che vanno dalla semplice multa ai lavori sociali, passando per la prescrizione di una cura di disintossicazione. Nella gran parte dei casi, questa politica di tolleranza è riservata al consumo personale di droga, in piccole quantità, e non riguarda i trafficanti. Essa mantiene spesso importanti disincentivi per i consumatori (divieto di fumare in luoghi pubblici in Spagna e Ucraina, reato in caso di recidiva in Italia, in Israele e in Lettonia, etc..). Questa soluzione intermedia, generalmente motivata in modo pragmatico, ha convinto diversi governi d’Europa e d’America dall’inizio del secolo. Per molti Stati americani questo ha significato una prima tappa prima della legalizzazione pura e semplice.

La depenalizzazione della cannabis attraverso il mondo
Dagli anni 2000 numeri Paesi dell’America del Sud e d’Europa hanno scelto la via della depenalizzazione


Un’accelerazione della depenalizzazione
Paesi al mondo che hanno depenalizzato parzialmente o totalmente la cannabis




La cannabis terapeutica sempre poco accessibile
Al di là dell’aspetto ricreativo, la questione della cannabis si pone ugualmente da un punto di vista medico. Numerosi malati reclamano di accedere alla marijuana e ai derivati della cannabis, non per “farsi” ma per curare o attenuare dolori, nausee, vomiti o mancanza di appetito. Questo consumo, già conosciuto presso i Romani e riscoperto alla metà del XXI secolo dal medico irlandese W.B.Shaughnessy, è confortato da alcune recenti ricerche, che mostrano che può essere utilizzato come rimedio contro l’asma, gli spasmi (Parkinson o sclerosi a placche) o come vasodilatatore (per il glaucoma).
Questo riconoscimento progressivo delle virtù terapeutiche della cannabis ha condotto, in questi ultimi anni, numerosi governi a rendere più elastica la propria legislazione per renderla accessibile ai malati. Ma dietro la quarantina di Paesi che hanno adottato la cannabis terapeutica, c’e’ una grande varietà di situazioni: è venduta in farmacia senza ricetta in Macedonia, coltivata dall’esercito in Italia, ma accessibile solo dietro prescrizione in Argentina, e solo sotto forma di spray in Brasile. In Ungheria, alcuni farmaci a base di cannabis sono accessibili ai pazienti che soffrono di sclerosi a placche, ma solo dopo un’approvazione, caso per caso, da parte delle autorità.

La legalizzazione progressiva della cannabis terapeutica
Paesi nel mondo che hanno autorizzato parzialmente la cannabis terapeutica



……

Depenalizzazione e consumo terapeutico: verso un’accelerazione in Europa nel XXI secolo
Questa cartina rappresenta i Paesi nel mondo in base al fatto che abbiano depenalizzato anche parzialmente il consumo o la coltivazione della cannabis nonché l’uso terapeutico



L’insieme delle risorse utilizzate in questo articolo
https://docs.google.com/spreadsheets/d/1Jd4LREd19nOamT2KoSAgsRwN2fFf66O3PBT93tX-SWo/edit#gid=1171378425


(articolo di Pierre Breteau et Maxime Vaudano, pubblicato sul quotidiano Le Monde del 17/10/2018)
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