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Messico. Quarto Paese al mondo per banche di cordone ombelicale
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Articolo di Rosa a Marca
15 febbraio 2007 15:37
 
Di fronte al successo che hanno le banche del cordone ombelicale, uno dei principali dilemmi che si presenta a chi desidera crioconservare il materiale genetico e' se optare per un centro privato, che garantisce la disponibilita' delle cellule staminali per il bambino stesso o un suo familiare, o se scegliere un centro pubblico, il cui sangue servira' magari a salvare la vita di qualcuno, non necessariamente parente del donatore. Sarebbero almeno dieci le aziende sparse nelle maggiori citta' messicane dedite alla crioconservazione, cio' che rende il Messico il quarto Paese al mondo nella classifica redatta da Organizacion Medica Colegial de Espana. Le tariffe variano, ma la maggioranza dei centri offre servizi di raccolta ed analisi delle cellule al prezzo medio di diecimila pesos, piu' mille pesos per ogni anno di conservazione del materiale. Secondo Barbara Novelo Garza, direttrice della Banca del sangue del cordone ombelicale del Centro medico nazionale La Raza, le possibilita' che la persona cui appartengono le cellule del sangue cordonale ne abbia bisogno, sono molto scarse, "e' una probabilita' su un milione". Ma sui loro siti internet, molte banche spiegano che, sebbene piccola, la possibilita' d'usare queste cellule esiste, ed e' una situazione simile a quella di chi stipula una polizza Vita o per l'automobile. Sempre la signora Novelo Garza sostiene che, oltre alla scarsa probabilita' di farne uso, c'e' anche lo svantaggio che nessuna banca privata puo' garantire che i campioni conservati saranno veramente utilizzabili per un uso terapeutico. Secondo l'esperta, affinche' una donazione sia efficace, dovrebbe avere il 90% di cellule staminali vive, mentre solo il 50% dei campioni donati risultano adeguati all'uso terapeutico o di ricerca. Diversi studi indicano che occorrono circa centomila cellule staminali per chilogrammo di peso del paziente se si vuole ottenere un buon risultato. Il parere di Ricardo Rangel Martinez, direttore delle ricerche di DNA Corporations, e' che nessuna banca privata puo' assicurare che l'unita' di sangue cordonale raccolto fornira' una quantita' di cellule staminali adeguata a un futuro trattamento. Ammette, pero', che molti campioni insufficienti per una cura, potrebbero servire allo sviluppo cellulare, vale a dire, alla manipolazione in vitro del materiale, per moltiplicarlo ed averlo come potenziale terapeutico.
La decisione di crioconservare il sangue del cordone ombelicale dei neonati e' un atto volontario che i genitori possono fare prima del parto. L'Accademia americana di Pediatria raccomanda la crioconservazione del sangue cordonale quando in famiglia ci sia qualcuno con un'alta probabilita' di dover ricorrere a un trapianto di midollo osseo. Novelo e Rangel spiegano che, come nel midollo osseo e nel cordone ombelicale, sono state scoperte cellule staminali anche nella placenta, nel liquido amniotico e nel tessuto adiposo; attualmente sono oggetto di studio per verificare il loro eventuale potenziale terapeutico. "A differenza di quelle del cordone ombelicale che possono dare origine a vari tessuti, le cellule staminali della placenta o del liquido amniotico sono piu' adatte a risolvere l'attivita' generativa dei tessuti molli come il muscolo, il tessuto epiteliale o l'intestino", commenta Rangel Martinez.
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