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Uber ha sviluppato un'app per scansare le forze dell'ordine
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Articolo di Redazione
4 marzo 2017 10:29
 
  L’esistenza di un programma informatico permetterebbe agli autisti di Uber di evitare le autorita’, cosi’ ha fatto sapere il quotidiano The New York Times in un articolo di venerdi’ 3 marzo, per essere poi confermato dalla start-up piu’ valutata al mondo (68 miliardi di dollari). Il programma e’ chiamato “Greyball” (palla grigia), e sarebbe stato utilizzato fin dal 2015.
Il quotidiano americano fa sapere come, nel 2014, a Portland (Oregon), citta’ in cui Uber non aveva ancora l’autorizzazione per operare, dei poliziotti hanno provato a chiamare degli autisti facendosi passare per dei clienti. Ma l’impresa californiana aveva un sistema per individuarli ed indirizzarli verso un’applicazione falsa dove le vetture che erano state indicate sullo schermo non esistevano.
All’inizio, Uber aveva preso l’abitudine di pagare le multe e le varie spese agli autisti che erano intercettati dalla polizia. Ma davanti al costo dei rimborsi, ha deciso di ricorrere a Greyball. Con un certo successo, almeno rispetto a quanto dice il quotidiano di New York. La polizia di Portland non ha mai piu’ preso un autista in flagranza di reato.
Per rintracciare gli appartenenti alle forze dell’ordine, l’azienda di San Francisco ha messo a punto diverse tecniche come quella di reperire le persone che aprono l’applicazione in modo intempestivo vicino ad un ufficio governativo. Uber poteva anche analizzare i dati della carta bancaria del cliente, vedere il suo profilo sulle reti sociali.
Proteggere gli autisti contro la concorrenza
Pur se Uber non nega di aver fatto ricorso a Greyball, un portavoce del gruppo insiste sulla funzione piu’ importante del sistema, proteggere gli autisti. “Questo programma individua le richieste di clienti fraudolenti che violano i termini del servizio, sia che si tratti di persone che voglio prendersela fisicamente con gli autisti, che di concorrenti che vogliono creare problemi alle nostre attivita’, o di persone a noi contrarie che si alleano con le autorita’ per delle operazioni segrete per intrappolare i nostri conduttori”.
Quattro dipendenti di Uber, ex o attuali, hanno trasmesso una serie di documenti al New York Times. Tra cinquanta e sessanta persone in seno all’azienda sarebbero a conoscenza dell’esistenza di Greyball, e anche se l’ufficio legale della societa’ ha approvato il sistema, un certo numero di dipendenti e’ dubbioso sulla sua legalita’ e la sua etica.
Si tratta di un nuovo colpo per l’immagine del leader mondiale di questo settore, dopo che di recente era stato attaccato per la sua cultura sessista di impresa e dopo che, il suo stesso amministratore delegato era stato filmato mentre cercava di portarsi via i soldi di un autista con cui discuteva per delle divergenze.

(da un lancio dell'agenzia France Press - AFP del 03/03/2017)
 
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