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Agricoltori-panettieri. La giusta protesta della Federazione panificatori
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Comunicato di Vincenzo Donvito
28 settembre 2010 13:53
 
 In genere quando un'associazione di categoria fa sentire il proprio dissenso contro l'apertura della professione ad altri soggetti, storciamo il naso e sentiamo odore di corporativismo, cioe' difesa di rendite di posizione, di privilegi contro chi si affaccia nuovo a quel tipo di attivita' e che minerebbe prezzi e qualita' imposti dalla medesima corporazione. Non e' cosi', invece, per la contestazione della Fippa (Federazione italiana panificatori) che ha chiesto al ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, di modificare il decreto da poco firmato che consente agli agricoltori di produrre e vendere pane fresco. Gli agricoltori -come fanno sapere dalla Fippa- hanno un regime fiscale forfettario che si ferma al 15% mentre nella panificazione artigianale, tra imposte dirette e indirette si arriva al 52% di tasse sul reddito trasformato.
A noi sembra un obbrobrio, un privilegio che mina la base di qualunque economia di mercato: l'uguaglianza davanti allo Stato e al Fisco.
Per questo ci affianchiamo alla Fippa nel chiedere ai competenti ministeri di ristabilire l'ordine delle cose in modo che il mercato non sia condizionato a danno di qualcuno. Ovviamente, siccome siamo per lo “Stato minimo” e facciamo gli interessi di consumatori che vogliono sempre spendere meno ed avere una migliore qualita', auspichiamo che sia presa in considerazione l'equiparazione fiscale dei panificatori agli agricoltori e non viceversa.
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