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Aids: allarme eccessivo?
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Comunicato di Primo Mastrantoni
1 dicembre 2010 13:48
 
 La giornata mondiale dell'Aids ci offre lo spunto per alcune considerazioni sulla diffusione della malattia, in relazione ai dati che vengono forniti sulla sua espansione. Se vogliamo paragonare i dati della diffusione dell'Aids con un'altra malattia infettiva, per esempio l'epatite C, appare evidente l'allarmismo diffuso. Nel mondo ci sono 33,3 milioni di infetti ma ci sono 170 milioni affetti da epatite C; in Italia ci sono 170mila sieropositivi per il virus Hiv che, trasformandosi in Aids, ha provocato lo scorso anno 167 morti, mentre ci sono 1,5 milioni di affetti da epatite C che ha causato 10mila morti l'anno. Se vogliamo considerare la mortalita' come elemento di preoccupazione sociale, dovremmo, con tutta evidenza, spostare la nostra attenzione verso quelle che determinano un numero maggiore di morti. Certamente l'Aids e' una malattia che va combattuta, soprattutto con la prevenzione, cioe' con il profilattico, il cui utilizzo e' sollecitato dal ministero della Salute ma la cui diffusione, per esempio nelle scuole, e' osteggiata dal ministero dell'Istruzione e dal Vaticano, che predica la castita'. Comunque rimane il dubbio che quella che fu definita "la peste del secolo" in verita' abbia avuto tanta attenzione perche' legata alle pratiche sessuali. Ricordiamo che la tradizionale influenza fa 8.000 morti l'anno e il fumo ne produce circa 80.000 (le sigarette sono soggette a monopolio fiscale che lucra sulle vendite).
Insomma un film gia' visto.
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