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ALTROCHE' DAZI! E' L'ILLEGALITA' CHE E' DA COMBATTERE. ATTREZZIAMOCI IN TEMPO, AMMESSO CHE CI SIA LA VOLONTA' DI FARLO
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Comunicato 
18 marzo 2005 0:00
 

Firenze, 18 Marzo 2005. Novantunomila giocattoli contraffati e pericolosi per i bimbi, nonche' illegalmente introdotti nel nostro Paese, sono stati scoperti in alcuni magazzini di Milano e Torino. Di provenienza cinese, sequestrati dalla Guardia di Finanza di Biella che, per giungere all'individuazione dei luoghi di stoccaggio ha impiegato alcuni mesi: i militari sono partiti da alcune merci, senza il marchio CE, sequestrate a due marocchini che vendevano in un mercato rionale di Biella.
Noi abbiamo il forte sospetto che si tratti della punta di un gigantesco iceberg a cui le nostre forze dell'ordine, per quanto attrezzate e volenterose siano, possono opporsi con difficolta' per vari motivi.
Primo fra tutti perche', pur non essendo una nuova emergenza, e' prevedibile che nei prossimi mesi e anni assumera' dimensioni sempre piu' consistenti, e non solo relativamente ai giocattoli. Se poi pensiamo che in queste settimane e' tutto un parlare e un chiedere (e in parte ottenere) dazi piu' penalizzanti per i prodotti che arrivano dalla Cina, e' evidente che il nostro Governo sta pensando a tutt'altro che ad attrezzarsi contro il conseguenziale, e inevitabile, flusso di merci clandestine che arriveranno in seguito all'inasprimento dei costi d'ingresso.
Quanto messo in atto dalla Guardia di Finanza di Biella, a nostro avviso, deve costituire un campanello d'allarme, sull'attuale inadeguatezza che abbiamo a fronteggiare la situazione e a come stiamo intraprendendo una strada che ci portera' verso la china.
Se pensiamo ad un uso piu' appropriato delle nostre forze di polizia, ci vengono in mente le questure intasate dalle pratiche di immigrazione (che potrebbero benissimo essere gestite dai Comuni, provvedendo alla bisogna per il personale), e tutte le forze dell'ordine che corrono dietro ai ragazzi che si fanno gli spinelli e a tutto il sottobosco delinquenziale che c'e' dietro il mercato clandestino delle droghe illegali (un impegno che dovrebbe essere sempre maggiore con l'approvazione della legge Fini e che, per come e' impostato e per le esperienze vissute in Paesi tipo Usa, non potra' che peggiorare proprio quelle situazioni che si volevano migliorare).
Non si tratta di indagini facili, quelle da mettere in atto per l'individuazione delle merci entrate clandestinamente: richiedono mesi e anche un lavoro molto raffinato. Se la politica intende rispondere in modo adeguato, lo puo' fare partendo da leggi che aprano i mercati e non li chiudano, facendo puntare le nostre produzioni sulla qualita', e attrezzandosi perche' sia quest'ultima ad essere difesa grazie alle libere scelte di consumatori informati e consapevoli. C'e' la volonta' di farlo?
Vincenzo Donvito, presidente Aduc
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