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BAVAGLIO ALL'INFORMAZIONE VIA INTERNET. IL VIZIETTO PERPETUO DEL POTERE: LA PROPOSTA DEL GOVERNO E LA NECESSITA' DI ABOLIRE L'ORDINE DI GIORNALISTI
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Comunicato 
19 ottobre 2007 0:00
 

Firenze, 19 ottobre 2007. Il Consiglio dei ministri ha licenziato un disegno di legge che prevede l'obbligo di iscrizione ad uno speciale registro per chiunque abbia un'attivita' editoriale in Internet, dal piccolo sito al blog: "Nuova disciplina dell'editoria e delega al Governo per l'emanazione di un testo unico sul riordino della legislazione nel settore editoriale (disegno di legge 3 agosto 2007)". Quindi burocrazia, spese e, soprattutto, sanzioni penali piu' pesanti in caso di diffamazione. Secondo questo disegno, e' da intendersi come attivita' editoriale inventare e distribuire un prodotto anche senza scopo di lucro. A decidere il tutto sara' l'Autorita' per le Comunicazioni (Agcom) che ne avra' i poteri su delega della legge.
Il vizietto continua ad esser tale. Ci avevano provato nel febbraio 2002 con la legge comunitaria 2001, ma arrivarono al compromesso attualmente vigente: chi fa informazione on-line non ha l'obbligo della registrazione della testata giornalistica, a meno che non ci si voglia avvalere delle provvidenze della legge sull'editoria del 2001 (un regalo che fu fatto all'ordine dei giornalisti sancendo che non tutti hanno stessi doveri e diritti, e questi ultimi sono solo ad appannaggio di chi si prostra al potere corporativo degli ordini professionali). Ora ci riprovano anche se lo chiamano in modo diverso, ma il problema resta grosso come un macigno contro la liberta' di informazione, di lavoro e di professione, cioe' l'esistenza dell'ordine dei giornalisti a cui, in un modo o in altro, chi informa deve pagare il proprio tributo e sottostare alle loro regole. E' infatti l'ordine che alimenta l'esistenza di un mercato ipocrita del mestiere giornalistico (le gabole degli editori per far lavorare i giornalisti senza sottometterli ai pesanti contratti imposti dall'ordine, sono pane quotidiano), cosi' come condiziona, con la sua ridicola etica professionale, la circolazione delle idee. Oggi c'e' un luogo che sfugge a queste tenaglie, e' la Rete, e questo non torna in termini politici ed economici, cioe' censura e lettori che lasciano la dalla carta stampata. Ecco quindi la decisione di intervenire con questo registro di iscrizione di serie B. Crediamo che, come fu fatto nel 2002 per impedire l'arrivo dell'ordine corporativo in Rete, altrettanto, e molto di piu', andra' fatto anche questa volta.

Vincenzo Donvito, presidente Aduc
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