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BONUS DEL GOVERNO ANCHE AL PRIMO FIGLIO? LA CARITA' NON SERVE. OCCORRE INCENTIVARE IL MERCATO FACENDO CALARE I PREZZI DEI PRODOTTI PER I BIMBI
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Comunicato 
26 agosto 2004 0:00
 

Firenze, 26 agosto 2004. Dopo il ministro del Welfare Roberto Maroni lo scorso aprile, ora la sua sottosegretaria Grazia Sestini rilancia l'idea di un bonus di 1000 euro anche per il primo figlio, oltre a quello che gia' esiste per il secondo. Non sappiamo se sono proposte da feste estive di partito, ma avvicinandosi la fine dell'anno, con il turbinio di decisioni per il budget dello Stato, puo' anche darsi che nelle varie pieghe si concretizzi qualcosa. E la questione ci lascia piu' che perplessi.
Il premio alla natalita' ci sembra decisamente inopportuno in questo contesto socio-economico, con strutture per l'infanzia insufficienti e sempre piu' immigrati con bimbi.
In un mercato tra l'altro, dove, bonus o non-bonus, far crescere un bimbo e' decisamente difficile. Certo 1000 euro sono meglio di "un dito nell'occhio", ma hanno il vizio di finire e di aver svolto solo un leggerissimo ruolo di aiuto. Se pensiamo alle rette per gli asili, ai costi dei ragazzi a scuola, ai vestiti, ai passeggini, ad un latte artificale, per esempio, che viene offerto ad un prezzo/barattolo che va da 20 a 40 euro (e dove l'impegno del ministero della Salute pare che portera' nei prossimi mesi ad una diminuzione di qualche punto percentuale.). Insomma un elenco che qualunque genitore ben conosce.
Ci chiediamo perche' si debba ricorrere al sistema della carita' di Stato e non a quello degli incentivi al consumo facendo si' che i prodotti costino meno. Certamente la carita' e' piu' plateale e pare faccia sentire meglio chi la elargisce, ma siccome quello che conta e' 2+2=4, per ogni genitore la verifica su cosa convenga di piu' e' semplice.
Perche' non abolire l'Iva del 20% sui prodotti per l'infanzia? La differenza, rispetto ai 1000 euro, sarebbe notevole, perche' oltre agli innegabili vantaggi per chi alleva un bimbo, ci sarebbe un ritorno per l'intera economia del Paese che, di fronte ad una tale agevolazione, non potrebbe che registrare un colpo di reni.
La logica di agire sull'incremento dei consumi, favorendone l'accesso con una diminuzione dei costi degli stessi, a nostro avviso risponde piu' ad una economia di mercato.
Inoltre, questa logica dei consumi, rispetto all'assistenzialismo con costi solo in uscita, non era proprio nei piani di questo Governo?

Vincenzo Donvito, presidente Aduc
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