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BPI E UNIPOL. A CHE SERVE LA BANCA D'ITALIA?
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Comunicato 
7 dicembre 2005 0:00
 

Roma, 7 Dicembre 2005. "Ammazza ammazza e' tutta 'na razza". E' un detto popolare per dire che quelli che fanno parte di una determinata categoria sono tutti uguali, almeno nei comportamenti. Questo motto ci e' venuto in mente leggendo le notizie sulla iscrizione nel registro degli indagati del presidente di Unipol (banca di sinistra?), Giovanni Consorte, e del vice presidente delle Coop rosse, Ivano Sacchetti, per il reato di aggiotaggio. Unipol avrebbe appoggiato Bpi (banca di destra?) nella scalata alla Antonveneta. In sintesi Bpi e Unipol avrebbero violato le regole del mercato finanziario e della corretta gestione bancaria. Siamo ancora nella fase iniziale delle procedure giudiziarie e, fino al grado di giudizio finale, le persone coinvolte sono a tutti gli effetti innocenti. Sta di fatto che i vertici della Bpi sono stati e saranno dimessi su "invito" della magistratura". E la Banca d'Italia che fa? Dopo aver sventolato la bandiera della italianita' e della difesa del sistema bancario italiano, luoghi comuni e concetti vuoti, l'Istituto di vigilanza e' entrato nel cono d'ombra, cosi' come lo e' stato per una serie di operazioni bancarie di cui i risparmiatori stanno ancora pagando lo scotto. Insomma la magistratura sta facendo opera di supplenza nei confronti della Banca d'Italia, che risulta assente ingiustificata. Oppure assente giustificatissima, visto che la stessa Banca d'Italia e' controllata dalle banche private che dovrebbe controllare? A che serve allora la Banca d'Italia?
Primo Mastrantoni, segretario Aduc.
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