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LA BUFFONATA DEI SALDI. ABOLIAMOLI E AFFRONTIAMO IL MERCATO
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Comunicato 
26 novembre 2005 0:00
 

Firenze, 26 Novembre 2005. Con la festa del ringraziamento (l'ultimo giovedi' del mese di novembre) negli Usa e' cominciata ufficialmente la stagione delle grandi vendite, che significa grandi sconti, grandi code, gente che dalla sera prima e' davanti ai piu' economici grandi magazzini, che per l'occasione diventano ancora piu' economici... insomma grandi vendite.
Un mondo al contrario? Visto che da noi i saldi sono dopo le vacanze e -non contenti- alcune associazioni di commercianti hanno chiesto che vengano spostati ancor piu' in la' perche' troppo a ridosso delle vacanze di fine anno. Se consideriamo che il mondo del mercato per eccellenza, degli affari, dei buoni ed economici acquisti e' oltre Atlantico, forse siamo qui in Europa e in Italia che ci muoviamo al contrario.
Non solo, ma c'e' anche l'ipocrisia. Perche' gli sconti sappiamo tutti che ci sono anche in questo periodo, solo che non si chiamano saldi, ma favori personali (i negozi che inviano sms sui telefonini dei loro clienti, per esempio), promozioni per svendite non meglio identificate, etc.. Solo che la struttura normativa si preferisce che sia conservata cosi' com'e', con le Regioni e i Comuni che continueranno a fare finta di avere un potere in materia e, soprattutto, i commercianti che continueranno a fregare i consumatori coi falsi sconti che compaiono durante i periodi dei saldi (il piu' diffuso e' il prezzo di riferimento, su cui si basa percentualmente lo sconto, che viene innalzato ad arte). Tutto questo con il contorno del piagnisteo dei commercianti e delle loro associazioni, perche' le previsioni per il Natale non sono rosee, e c'e' la crisi e le tasse sono troppo alte, etc. E, a parte aver ragioni sulle tasse troppo alte, il resto e' tutto un gioco delle parti con un unico risultato: il consumatore candidato alle fregature, alla mancanza di trasparenza, a dover sempre comportarsi come in suk arabo per spuntare un prezzo interessante, etc.
In questo clima elettorale che avanza, dove dal punto di vista delle politiche di mercato la differenza tra destra e sinistra e' quasi impercettibile, cogliamo l'occasione, in nome del mercato stesso, della necessita' della sua piu' ampia liberalizzazione per dare fiato all'economia e alla liberta' di scelta e di proposta dei suoi attori... cogliamo l'occasione per fare appello a chi si sta per candidare chiedendo voti agli elettori: c'e' qualcuno che ci propone di poter vendere e comprare quando ci pare e piace e ai prezzi che riteniamo piu' opportuni, dandoci la liberta' di scegliere un capo cinese a 2 euro e lo stesso capo (simile ma diverso) a 10 euro ma "made in Italy", senza che quest'ultimo sia un "made in Italy" fatto in Cina? Cioe', c'e' qualche politico che propone come governo la libera imprenditoria in un libero mercato, senza dazi assurdi e valorizzando il potere e la volonta' di acquisto e di scelta dei consumatori?
Aspettiamo fiduciosi, a partire da quelle regioni e quei Comuni che, gia' per i prossimi saldi post-natalizi vorranno dichiarare il "de profundis" di questo ipocrito massacro di economia e di liberta'..

Vincenzo Donvito, presidente Aduc
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