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CambieRai: piu' cultura e internazionale. Elettori, invece: privatizzare!
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Comunicato di Vincenzo Donvito
27 luglio 2016 14:49
 
 Dalla consultazione pubblica avviata dalla Rai sulla sua governance in vista della nuova convenzione con lo Stato, ci viene detto che i cittadini vogliono piu' arte e cultura, nonche' una dimensione piu' internazionale perche' non basta solo un canale in lingua inglese in cui si promuove il nostro Paese. E' vero che il cosiddetto carattere internazionale della Rai si manifesta spesso solo dagli enormi cachet che vengono pagati ad ospiti stranieri di una certa fama internazionale che dovrebbero servire a tirare su l'audience… cosi' come e' vero che i notiziari sono fatti da scarsi corrispondenti (e poco dinamici) e da molte agenzie stampa e servizi “ricicciati” e/o tradotti da altre emittenti estere con una certa presenza in campo internazionale (Cnn, Bbc, France24, Al Jazeera, etc), nonche' dalle emittenti dei Paesi in cui c'e' un qualche corrispondente Rai in loco che rilancia quanto detto da queste emittenti.
Questa e' la Rai servizio pubblico di informazione, pagata dal cosiddetto canone e dalla pubblicita', il tutto in aperto abuso di posizione dominante, dovendo competere sul mercato nazionale con altre emittenti che il canone non ce l'hanno.
Ma a questa consultazione che parte dal presupposto che la Rai sia eterna, e' bene ricordare che quando gli elettori sono stati chiamati ad esprimersi in materia con un referendum, hanno detto che la Rai la vorrebbero privatizzata, quindi in grado di mantenersi da se' e meritare gli introiti rispetto alle proprie capacita' e non come costola delle prebende dei partiti tutti. E' accaduto col referendum del 1996, in cui il responso -purtroppo- non fu perentorio ma di auspicio… e si sa che quando gli auspici non fanno comodo al potere (governo od opposizione non fa differenza nel nostro caso, visto che tutti ci “mangiano” con la Rai), e come se non fossero mai stati pronunciati, per quanto autorevole fosse questa pronuncia. 
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