testata ADUC
Canone/Imposta Rai. Al ridicolo, all'illogico e ai favoritismi non c'e' mai limite. Il caso del Comune di Ventimiglia
Scarica e stampa il PDF
Comunicato 
13 maggio 2010 11:28
 
 Il cosiddetto canone che si paga per il possesso di un apparecchio tv e' un'imposta, e come tale andrebbe trattata, da contribuenti ed esattori. Ma non e' proprio cosi'.
Vediamo il caso della Citta' di Ventimiglia, di cui siamo venuti a conoscenza grazie alla stessa amministrazione del Comune in provincia di Imperia. Presumibilmente si sono informati sullo specifico canale dedicato al canone/imposta Rai che e' sul nostro sito Internet. Nella loro corrispondenza con la 'Direzione amministrazione abbonamenti' della Rai ci hanno inserito in copia conoscenza che noi abbiamo pubblicato sul nostro sito.
Nello specifico Rai. Il gestore della tv di Stato chiede al Comune il pagamento del cosiddetto “abbonamento speciale” per la detenzione di un apparecchio tv nel suo museo civico spiegandogli che si tratta di un'imposta.
Chiede il pagamento di 390,59 euro comprensivo di Iva (4%) in quanto categoria D-uffici per il periodo gennaio/dicembre 2010, specificando che sul versato potranno essere applicate le relative deduzioni fiscali.
Torna tutto? No! Nel rispetto delle leggi vigenti, inclusa quella che legittima il pagamento del canone:
- da quando in qua su un'imposta grava l'Iva e la stessa e' fiscalmente deducibile?
- la richiesta Rai e' datata 8 aprile 2010, molto in la' dalla scadenza entro cui il canone/imposta avrebbe dovuto essere pagato (31 gennaio), come mai l'importo richiesto (390,59 euro) non e' gravato di penali e more per la ritardata esenzione? Esistono due pesi e due misure per i comuni mortali e per le pubbliche amministrazioni oppure, come si fa tra aziende private “mi devi 100? dammi 80 e chiudiamo li'...” ... non crediamo ci sia una norma che consenta alla Rai di decidere gli sconti sul pagamento di imposte'....
Nello specifico Comune Ventimiglia. Quest'ultimo chiede alla Rai di “riconoscere il diritto all'esenzione del pagamento del canone speciale per la detenzione dell'apparecchio televisivo” perche' lo stesso serve a svolgere una funzione pubblica di un ente riconosciuto dal ministero dei Beni Culturali, apparecchio che non ha antenna ed e' solo collegato ad un lettore Dvd che informa sulle vestigia archeologiche d'epoca romana, etc....
.... esenzione che, nel rispetto della legge che immaginiamo il Comune conosca, non potrebbe essere concessa. Il Comune pero' ci prova, ed e' comprensibile: nel marasma normativo in merito, ognuno “tira per se'”.
Conclusioni. Questo accade grazie alla ridicolo, illogica e mostruosa normativa con cui si obbliga a pagare un'imposta per il possesso di un apparecchio tv, chiamandola canone o abbonamento, anche se non si guarda la Rai ma i suoi concorrenti o anche se si guardano Dvd per cui si pagano altre imposte.
Continuiamo a farci male? Qui il nostro canale web per l'abrogazione di questa odiosa gabella
Pubblicato in:
 
 
COMUNICATI IN EVIDENZA
 
ADUC - Associazione Utenti e Consumatori APS