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Caos aeroporti. Fiumicino, Peretola... chi piu' ne ha piu' ne metta. Come non farsi mettere i piedi in testa
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Comunicato di Vincenzo Donvito
31 luglio 2015 10:47
 
 E' caos aeroporti. Non tutti, per fortuna. Ma il principale della nostra Penisola (Roma Fiumicino) e quello, pur se piccolo, di una citta' importante come Firenze, sono sicuramente il segnale di piu' di qualcosa che non funziona, nelle strutture aeroportuali e nella politica di alcuni vettori che fanno pagare le proprie disfunzioni ai passeggeri.
A Fiumicino si vola male grazie ad una struttura aeroportuale che non e' in grado di far fronte a problemi di vicinanza (incendio della pineta accanto alle piste) che un qualunque condominio probabilmente riuscirebbe a contenere, o con impianti elettrici precari e maltenuti (incendio del terminal 3 e black-out del 30 luglio):
A Firenze, si vola altrettanto male grazie ad alcune folate di vento che fanno atterrare con difficolta' (niente di eccezionale e nessun albero sradicato o capannoni scoperchiati in zona) e grazie ai ritardi cronici di alcuni vettori e alla mancanza degli stessi di far fede agli impegni normativi per casi del genere.
Che succede? E' l'Italia? Si', purtroppo e' il nostro Paese. Quello dove e' tutto precario e tutto interpretato da ognuno a proprio vantaggio, sempre facendoci rimettere i piu' deboli, gli utenti dei servizi. Precario perche' chi deve fare i lavori, abitualmente li fa male e nessuno dice loro niente fino a quando non si presenta un qualche problema o una tragedia. E quand'anche si individuano alcune responsabilita', parte subito lo scaricabarile. Alla fine: nessuno paga; e tutto come prima.
Un metodo e un approccio che fa si' che, quando i vettori aerei hanno le loro responsabilita', invece di riconoscerle e agire come le norme prevedono, cercano sempre di eluderle con arroganza, menzogne e silenzi.
In tutto questo “baillame” il cittadino viaggiatore/utente e ostaggio e “nessuno se lo fila”, tanto “o mangia questa minestra o salta dalla finestra”, soprattutto in periodi come questo, dove la maggior parte dei viaggiatori si muovo per vacanze, con date ritagliate nei tempi rispetto al loro lavoro e, di conseguenza, vittime delle riduzioni e dello stress e dei costi aggiunti che sono loro imposti dagli aeroporti e dai vettori aerei.
Fiumi di cronache (per fortuna) ci raccontano i vari drammi, ma tutto rimane li', come quelli che non partono o iniziano le loro vacanze con un bivacco in aeroporto.
Nell'immediato delle singole situazioni non e' possibile altrimenti, se non auspicare che in un prossimo futuro gli aeroporti siano costruiti come dovrebbe essere e i vettori aerei siano ligi alle normative. Utopia del cittadino medio dedito al rispetto delle norme. Cittadino medio che almeno puo' in qualche modo rifarsi, per raccogliere un po' di soldi che lo facciano stare un po' meno male. Una possibilita' unica e diffusa nel nostro Paese: cercare di ridurre il danno, farsi fare meno male.
Vediamo come (consigli che valgono anche per tutti i casi simili in qualunque aeroporto):
Aeroporti
Pretendere i danni dalla societa' di gestione, tramite una raccomandata A/R da inviare alla sede legale della stessa.
Vettori aerei, in caso di ritardi e/o annullamenti dei voli (3)
* Assistenza, ovvero:
- pasti e bevande in relazione alla durata dell'attesa;
- adeguata sistemazione in albergo nel caso in cui siano necessari uno o piu' pernottamenti;
- trasferimento dall’aeroporto al luogo di sistemazione e viceversa;
- due chiamate telefoniche o messaggi via telex, fax o e-mail.
* Compensazione pecuniaria di:
- euro 250 per i voli, intracomunitari o internazionali, inferiori o pari a 1.500 Km;
- euro 400 per i voli intracomunitari superiori a 1.500 km e per quelli internazionali tra i 1.500 e i 3.500 km;
- euro 600 per i voli internazionali superiori a 3.500 km.
Se al passeggero viene offerta la possibilita' di viaggiare su un volo alternativo il cui orario di arrivo non superi -rispetto al volo prenotato- rispettivamente le due, le tre o le quattro ore, la compagnia puo' ridurre queste compensazioni del 50%. La compensazione va pagata in contanti, con assegno bancario o con bonifico oppure, in accordo col passeggero, con buoni viaggio e/o altri servizi.
Ovviamente il pagamento della compensazione non impedisce al viaggiatore di avanzare una richiesta di rimborso del danno ulteriore, soggettivo, subito a causa del disservizio, tramite una messa in mora.


(1) qui le norme

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