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CHIESA CATTOLICA E PRESERVATIVO. CORAGGIO, CHE FORSE SI RIESCE TUTTI A DARSI UNA MANO PER VIVERE MEGLIO E CON MENO DANNI
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Comunicato 
19 gennaio 2005 0:00
 

Firenze, 19 Gennaio 2005. La posizione della Conferenza Episcopale spagnola che ha ammesso la possibilita' dell'uso del preservativo contro il dilagare della pandemia dell'Aids, non puo' che farci piacere e farci sperare.
Ora aspettiamo che dalla Spagna, la riflessione e la decisione vada un po' dovunque. Soprattutto oltre il Tevere, che' da li' ha possibilita' di espandersi meglio per il resto del mondo.
E ne siamo contenti proprio perche' non siamo un'organizzazione religiosa, in quanto crediamo che le Chiese di ognuno possano servire a far vivere meglio i propri fedeli.
Ma auspichiamo che si debba e si possa continuare sul piano della fede, dell'intimita' religiosa di ognuno, senza passare all'imposizione verso le istituzioni. Come pero' tutt'oggi lo Stato del Vaticano fa in sede Onu: grazie alla sua posizione privilegiata (non al pari delle altre confessioni religiose), condizionando le politiche sanitarie e di contenimento della natalita' (clicca qui).
Dopo la condanna dell'autopsia e del trapianto, poi accettati, oggi e' la volta del preservativo.
Coraggio. Forse fra qualche tempo avremo anche novita' per aborto, eutanasia e ricerca con le cellule staminali embrionali?
Non chiediamo ovviamente che la Chiesa cattolica romana abiuri i propri convincimenti (la questione non ci riguarda), ma che consideri come il male minore, se da' vita e speranza, sia da prendere in considerazione.
Vincenzo Donvito, presidente Aduc
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