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Class Action della Pa. Perche' non si chiamano le cose col loro nome? L'inganno del ministro Brunetta e del Governo...
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Comunicato di Vincenzo Donvito
15 ottobre 2009 16:17
 
Il ministro Renato Brunetta in pompa magna ha annunciato che sta per essere varata la class action sulle disfunzioni della Pubblica Amministrazione, attiva dal prossimo 1 gennaio. Nessuna novita', si tratti di un castello normativo gia' diffuso e conosciuto nei mesi scorsi e su cui avevamo gia' evidenziato che si trattava di una bufala (*). Ora viene rilanciata come se fosse chissa' quale novita' ma, come si diceva alcuni anni fa "che c'entra il culo con le 40 ore", cioe' perche' chiamare class action una sorta di ufficio ripristino disfunzioni della Pa? Perche' usare il nome della azione giudiziaria collettiva per contraddistinguere qualcosa che di giudiziario non ha nulla perche' si parte gia' dal presupposto che chi ha ricevuto un danno, avutane ragione, non avra' nessun risarcimento? Roba da Paese da socialismo reale dove, per il bene dello Stato padre/madre/sorella/fratello/zio/zia/nonno/nonna, tutti i cittadini si devono prostrare ed essere felici che sia tornato a funzionare come di dovere: gli individui -portatori di interessi propri economici e sociali- per il Governo non esistono, ma esiste e va protetto il cittadino collettivo che dovrebbe essere in noi. Mah!
Questo e' solo il preambolo alla class action che, sempre dal prossimo 1 gennaio, dicono che dovrebbe essere attiva per avere i veri e propri risarcimenti... ma solo da quei cattivoni dei privati che, come dice il nostro Governo "e' giusto che paghino", loro!
Alla prossima schifezza, facendo molta attenzione che non ci faremo prendere in giro e faremo di tutto per evitare che questi ministri e questo Governo continuino nell'opera di stravolgimento del significato delle parole, italiane ed inglesi nel nostro caso.
Qui il nostro ddl sulla class action presentato dalla sen. Donatella Poretti, nella scorsa e nell'attuale legislatura
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