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COMMERCIO ELETTRONICO E TASSE
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Comunicato 
8 novembre 1999 0:00
 


SI FANNO CARTE FALSE PER NON RISPETTARE GLI ACCORDI INTERNAZIONALI?L'ADUC SEGNALA LA QUESTIONE AL COMMISSARIO MARIO MONTI E CHIEDE CHIAREZZA AL MINISTRO ITALIANO DELL'INDUSTRIA.

Firenze, 8 Novembre 1999. Sul commercio elettronico si gioca larga parte dell'economia futura, e questo lo hanno capito in tanti, specialmente coloro che vivono con l'incubo di sanare le loro incapacita' amministrative e cercano di farlo con sempre nuove tasse.
Cosi' interviene il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito.
Attualmente il commercio elettronico dovrebbe essere completamente detassato. Usiamo il condizionale perche' cosi' non e' in Italia. Un accordo di moratoria preso in sede Wto (l'organizzazione mondiale del commercio) l'anno scorso, stabiliva che cosi' doveva essere per tre anni. Ma se in Italia si acquista online in un altro Paese -negli Usa, per esempio- quando questa merce giungera' a destinazione, sara' tassata di quasi il 30%, tra Iva e diritti doganali. Ci domandiamo se l'Italia faccia parte del Wto o meno, e cosa significhi sottostare alle decisioni di questo organismo. Un quesito che giriamo al commissario Mario Monti e al ministro dell'Industria Pierluigi Bersani. A quest'ultimo, in particolare, chiediamo di chiarire la sua posizione gia' al prossimo vertice WTO del 30 Novembre a Seattle/Usa.
Comunque non ci stupiamo piu' di tanto visto il livello di informazione e approccio al problema che circola li' dove poi si deve decidere. Il metodo piu' frequente e' quello di stravolgere le piu' palesi verita'. Vediamo cosa dicono due autorevoli esperti:
Giuseppe Rao, coordinatore del Forum della societa' dell'informazione, fa sapere che secondo lui "se Amazon (ndr: la piu' grande libreria virtuale del mondo) fa gli sconti del 30/40% non e' certo perche' ha avuto aiuti dallo Stato, ma perche' ha praticato una politica commerciale piu' aggressiva". Nello stesso tempo, Francesco Santoro, esperto di commercio elettronico del ministero delle Finanze, dice "anche negli Usa stanno cominciando a capire che ben presto questa loro posizione (ndr: no alla tassazione sul commercio elettronico) potrebbe trasformarsi in un enorme buco nelle entrate fiscali …".
Ma questi esperti sanno che il Congresso Usa la settimana scorsa ha votato (423 a favore contro 1) una proposta del presidente Bill Clinton perche' il commercio elettronico non sia mai tassato? Ci chiediamo se questo non e' un aiuto fiscale per i successi della libreria Amazon; non solo, ma siamo ancora piu' curiosi di sapere dove al ministero delle Finanze hanno saputo che "gli Usa stanno cominciando a capire ….".
Se questo e' l'approccio … siamo ancora molto lontani e pericolosi. E sarebbe questo l'auspicio continuo di alfabetizzazione diffusa -a parole- che anche autorevoli esponenti del Governo italiano continuano a fare?
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