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COMUNE DI FIRENZE: LA NON-POLITICA DELLE BICICLETTE
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Comunicato 
18 agosto 2004 0:00
 

Firenze, 18 Agosto 2004. In non poche zone della citta' di Firenze ci sono le rastrelliere delle biciclette perennemente stracolme di biciclette, con due mezzi legati dove dovrebbe essercene uno, ma anche bici legate da tutte le parti, anche quella che da' verso il marciapiede, anche in doppia fila ... insomma un macello, e riuscire a trovare posto per metterla e' un terno al lotto, per cui tutti i pali e le inferriate delle finestre ad altezza uomo hanno le loro belle bici attaccate. Alcuni giorni fa sono passati i vigili urbani e su tutte le bici fuori posto (incluse quelle attaccate alle rastrelliere in modo non consono) hanno lasciato un cartellino in cui preavvisavano che nei giorni successivi sarebbero passati per portare via tutte le bici fuori posto. E' incredibile come si siano dati da fare anche a mettere questi cartellini anche su quelle bici che erano in aggiunta a quelle infilate per bene negli appositi spazi, ma comunque non strabordando oltre l'area della rastrelliera . hanno fatto per bene il servizio!!
Ci sembra giusto e saggio il preavviso, ma sorge spontanea una domanda: dove si mettono le bici quando non c'e' posto -come sempre succede- nelle rastrelliere? Ad un'altra rastrelliera? Abitualmente non e' che se ne trovano molte vicine e libere. In alcuni casi occorre anche fare 4-500 metri per trovarne una, e con l'incognita del posto libero. E allora, dov'e' la convenienza di muoversi in bicicletta, se per parcheggiarla bisogna dedicarci tanto tempo cosi' come accade per l'automobile, dovendo poi percorrere a piedi un tratto di strada spropositato?
Dopo le auto da parcheggiare "in bocca", ora la politica amministrativa del Comune sui parcheggi e l'uso dei mezzi privati, sta colpendo anche le biciclette, e si cominciano a comprendere diverse cose, che hanno visto il loro debutto con l'ovonda della Fortezza da Basso, dove alla precedente pista ciclabile che solcava quella zona non e' stato sostituito nulla e ci domandiamo se non sara' altrettanto quando la zona avra' l'assetto definitivo. E si capisce anche lo stato pietoso in cui versano tutte le piste ciclabili, talvolta con un fondo da rally e altre volte costrette a rubar spazio ai pedoni. Si vuole costringere i cittadini ad andare a piedi o ad usare solo il mezzo pubblico?
Vincenzo Donvito, presidente Aduc
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