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CONTRO I TRUCIOLI NEL VINO. DIFESA DEI CONSUMATORI O DEI PRIVILEGI DEI PRODUTTORI?
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Comunicato 
24 luglio 2006 0:00
 

Firenze, 24 Luglio 2006. L'Ue sta per approvare una normativa che consentira' l'uso dei trucioli nella vinificazione, si' da far invecchiare il vino invece che con la tradizionale botte di legno. Una normativa che ha visto una mobilitazione di associazioni di agricoltori e ambientaliste per difendere il metodo tradizionale che, a loro avviso, garantirebbe meglio produttori e consumatori: chiedono, infatti, etichette chiare e il divieto dei trucioli per i vini di qualita' certificata.
In generale i divieti non ci piacciono, anche in questo caso. Crediamo che il consumatore sia adulto e se l'etichetta e' chiara, possa liberamente scegliere il vino che piu' gli piace per gusto, qualita' e -soprattutto visto il nostro caso- prezzo. Se un produttore vuole difendere la qualita' del proprio prodotto ha tanti metodi per farlo nell'ambito del mercato, ma quello sbagliato sarebbe proprio pretendere che tutti si debbano adeguare ai propri metodi di produzione.
E' bene ricordare che il vino gode di canali molto privilegiati per i produttori, che non aiutano i consumatori a conoscere per poter meglio scegliere. Le etichette alimentari di tutti i prodotti indicano la composizione degli stessi, anche le acque minerali riportano analiticamente il proprio contenuto. Ma cosi' non e' per il vino
E' noto, a pochi, che il vino puo' essere trattato (1): aggiunta di mosto (donde viene?) per fortificarlo (aumentare la gradazione), di enzimi per favorire la trasformazione del saccarosio in glucosio, di gelatine, caseine, albumine, colla di pesce, bentonite (roccia) per la chiarificazione, di solfiti per la conservazione (2), di anidride solforosa per impedire l'acidificazione, di acido tartarico o citrico per aumentare l'acidita', di acido sorbico o sorbato di potassio per stabilizzare, di solfato di rame per eliminare difetti di gusto e odore, di acidi, fosfati, ecc. Di tutti questi trattamenti non ne troviamo traccia nelle etichette. Perche' il consumatore non dovrebbe saperlo?
Questo per dire che la mobilitazione dei produttori contro i trucioli non e' forse quella che si vuole fare apparire, cioe' difesa dei consumatori. Perche' se questi ultimi li si voleva difendere, avremmo dovuto avere altrettante mobilitazioni per le etichette cosi' come abbiamo riportato sopra. Ma cio' non accade, perche'? Perche' si vuole impedire che il consumatore scelga una bottiglia di chianti classico invecchiato in botte e venduto a 20 euro o un chianti classico con dentro i trucioli e venduto a 10 euro?

Vincenzo Donvito, presidente Aduc
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