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DEREGULATION TRASPORTO AEREO. LA FINTA ITALIANA. IL CASO SARDEGNA A SPESE DEI CONSUMATORI E DELLE AZIENDE PRIVATE
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Comunicato 
21 aprile 2006 0:00
 

Firenze, 21 aprile 2006. Decisione dell'Enac (Ente Nazionale per l'Aviazione Civile) di non consentire i voli della compagnia EasyJet sulla tratta Olbia-Milano, perche' la compagnia britannica non e' in grado di garantire un servizio tutto l'anno a orari tali che rispettino la pratica di quella "continuita' territoriale" che dovrebbe assicurare la mobilita' da/per la Sardegna al pari di chi abita in continente. L'unico vettore autorizzato continua ad essere la Meridiana.
In nome di questo talmud del monopolio di Stato sul trasporto aereo, cosa continuera' a succedere? Che le tariffe saranno sempre alte (la EasyJet, tra l'altro, e' anche una lowcost) e che la disponibilita' di posti per i periodi di punta sara' sempre scarsa. Tra l'altro stiamo parlando della possibilita' di trasportare piu' persone per una delle maggiori attivita' economiche della Sardegna, il turismo.
E' proprio il caso di dire che la liberalizzazione del trasporto aereo, nel nostro Paese, e' una finta, perche' e' sempre condizionata a norme che servono solo a garantire il monopolio da parte dello Stato: come altro si puo' leggere una norma che impedisce di rendere effettivo uno dei meccanismi principe dell'economia di mercato, cioe' l'offerta che aumenta rispetto alla domanda? Non sappiamo se la compagnia Meridiana sara' contenta di questo impedimento, ma ci auguriamo di no: visto che nei periodi di punta i suoi aerei sono gia' pieni, cos'altro potrebbe desiderare? La terra bruciata intorno a se', continuando con l'assurda pratica della "continuita' territoriale" che gli fa perdere nei periodi di bassa stagione quei soldi che guadagna in alta stagione?
Qualcuno ci dira' che si corre il rischio di non consentire l'offerta nei periodi di bassa stagione e quindi di rendere difficoltosa la mobilita' da/per la Sardegna... ma se il compito dello Stato dovrebbe essere quello di intervenire in questo senso (come gia' fa con contributi e norme), questo non vuol dire ammazzare competitivita' e mercato (a svantaggio di aziende e consumatori). Lo Stato dovrebbe favorire il mercato, intervenendo solo li' dove e' necessario perche' il diritto alla mobilita' non sia mortificato, facendosi eventualmente carico delle deficienze, senza pretendere che le paghino aziende private e consumatori.

Vincenzo Donvito, presidente Aduc
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