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DICO/VATICANO. NEL NOME DELLA NATURA SI PRATICA L'INGERENZA? O QUESTA VALE SOLO PER GLI ALTRI PAESI?
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Comunicato 
13 marzo 2007 0:00
 

Firenze, 13 Marzo 2007. Il Papa ha oggi invitato i politici cattolici a non votare leggi contro natura. Il pontefice si riferisce in particolar modo ai Dico, un pallido riconoscimento di pochi -troppo pochi- diritti alle coppie di fatto, anche dello stesso sesso.
Noi non abbiamo l'autorita' di cui il papa e' stato investito da madre Natura, ma ci poniamo questa domanda: se essere gay e' innaturale, perche' allora esistono in natura cosi' tanti esempi di omosessualita'? E' la natura che contraddice se stessa, oppure e' il suo massimo interprete che non sa capirla?
Soprattutto, sembra che l'investitura del papa a supremo interprete delle leggi naturali sia avallata dalla quasi totalita' del mondo politico italiano. Da una parte si e' strillato contro una missiva di sei ambasciatori stranieri inviata al Governo italiano sull'Afghanistan quale inaccettabile ingerenza ed offesa alla sovranita' nazionale. Nel caso dei Dico, lo Stato del Vaticano non solo ha pubblicamente interferito con la politica del nostro Paese (con appelli pubblici, lettere, minacce, colloqui con il Presidente della Repubblica, del Consiglio, ed oggi con il ministro della Giustizia Clemente Mastella), ma e' riuscito a bloccare la legge, e addirittura a produrre una crisi di Governo.
L'entusiasmo del centro-destra alle parole del Papa, e la timidezza con cui cercano di glissare nel centro-sinistra, rappresenta forse il punto piu' basso nei rapporti fra Stato e Chiesa dall'unita' d'Italia. Nel nome della naturalezza (sia esso il matrimonio eterosessuale o l'universo geocentrico), continuano ad essere calpestati i diritti di milioni di cittadini, cosi' violentemente etichettati quale aberrazione innaturale.
Pietro Yates Moretti, consigliere Aduc
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