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Energia nucleare. Le offerte della Giordania ci devono far aprire gli occhi
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Comunicato di Vincenzo Donvito
22 ottobre 2009 14:32
 
Re Abdallah II, in questi giorni in visita ufficiale in Italia, intervenendo al Business Forum fra Giordania e Italia ha offerto il proprio Paese come partner dell'Italia nell'ambito della produzione di energia nucleare. Il re ha ricordato che in Giordania si trova il 3% dell'uranio mondiale, che e' nella miniera piu' grande al mondo e che hanno gia' firmato un accordo con i francesi di Areva.
E' bene ricordare che l'uranio e' il combustibile per le centrali nucleari e le sue scorie nessuno e' in grado di trattarle per renderle innocue; motivo per cui sono oggetto dei piu' turpi mercimoni coi Paesi poveri che le ospitano o interrate chissa' dove senza che si sappia.
Questo combustibile per noi sarebbe esclusivamente di importazione (il 58% delle riserve sono in Canada, Australia e Kazakhstan). L'offerta della Giordania, come quelle di altri Paesi ai medesimi livelli di ricchezza, sarebbe potenzialmente tra quelle che economicamente attrarrebbero di piu' il nostro Paese. Che si troverebbe ad avere una dipendenza doppia con l'avvio di queste centrali, non solo l'uranio ma anche la tecnologia (essenzialmente francese).
La domanda che noi poniamo e' la seguente: vale la pena dipendere da Paesi come la Giordania per l'approvvigionamento energetico, considerando che nei piani del Governo questo tipo di energia dovrebbe servire a soddisfare il 4,5% del fabbisogno nazionale? (*)
Forse e' il caso di aprire bene gli occhi prima di continuare con queste scelte la cui economicita' e durata nel tempo e' tutto da dimostrare che possa essere utile a consumatori e aziende.
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