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ETICHETTE ALIMENTARI. QUANTE FURBIZIE!!!
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Comunicato 
5 novembre 2003 0:00
 

Roma, 5 novembre 2004. Per la etichettatura dei prodotti alimentari siamo alla follia o all'interesse sfacciato di produttori e commercianti, sostenuti dai Governi europei, che hanno competenza per le etichette. Facciamo alcuni esempi. Gli aromi possono essere artificiali o naturali; i prodotti che contengono quelli artificiali devono riportare la semplice dizione "aromi", quelli che contengono gli aromi naturali devono invece riportare la dizione "aromi naturali". A rigor di logica dovrebbe essere esattamente il contrario o al massimo riportare le dizioni "aromi artificiali" e "aromi naturali". I prodotti alimentari confezionati, come carni, formaggi, salumi, ecc. venduti nei negozi, devono riportare la data di scadenza o il termine entro il quale e' consigliato il consumo. Si tratta di prodotti che vengono definiti "preimballati" o "preconfezionati", che rientrano nelle norme del decreto legislativo n.109/1992. E fin qui tutto regolare. Il bello viene quando il negoziante si rifornisce di prodotti interi ma li vende frazionati, cioe' "preincartati", i quali non sono tenuti a riportare la data di scadenza come il prodotto originario, ma solo la denominazione merceologica, l'elenco degli ingredienti (se necessario) e facoltativamente la data di confezionamento. Per dirla in breve un produttore e' obbligato ad indicare date di scadenza e consumo, il commerciante non ha tale obbligo, anche per lo stesso prodotto. Un salame venduto intero deve avere una scadenza di consumo, ma non la deve avere se venduto a fette. Non era piu' semplice obbligare tutti ad indicare le stesse scadenze?
E' chiaro che nel primo caso l'Unione europea ha voluto tutelare i produttori di aromi artificiali e nel secondo caso i commercianti. E i consumatori? Utili idioti che votano ogni 5 anni!
Primo Mastrantoni, segretario dell'Aduc
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