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LA FAMIGLIA E RUINI
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Comunicato 
22 giugno 2005 0:00
 

Roma, 22 Giugno 2005. Di nuovo, ieri, il cardinale Camillo Ruini, presidente della Conferenza episcopale italiana e rappresentante dello Stato del Vaticano, e' intervenuto sul tema del matrimonio e delle coppie di fatto. Liberissimo il cardinale, ci mancherebbe altro, di esprimere la posizione della Chiesa cattolica su questi temi, quello che non dovrebbe fare l'alto prelato e' di "suggerire" al Parlamento italiano le modalita' di attuazione o di approvazione di una legge. Come per le modalita' di voto del referendum sulla legge 40/2004, si vuole interferire nei processi legislativi "imponendo" la propria posizione. Complici i vertici istituzionali, in particolare il presidente del Senato della Repubblica italiana, Marcello Pera, ormai avvezzo ai tripli salti mortali e in attesa della prossima Poltrona. Il cardinale Ruini e il presidente Pera sanno (almeno lo speriamo), che la famiglia e il matrimonio come supporto legale, non e' ne' un fatto naturale ne' universale, poiche' se cosi' fosse la sua definizione non dovrebbe variare nel tempo e nello spazio: la certezza dell'istituzione famiglia, cioe' dell'insieme di un uomo, di una donna e dei relativi figli, formalizzata dal matrimonio, dovrebbe essere condivisa da tutto il gruppo umano come legge di natura che escluda la possibilita' che ve siano altre. Non e' cosi', come la lettura di qualche testo di antropologia puo' dimostrare (1). E' il concetto che lorsignori hanno della famiglia che tentano di imporre alla societa' e questo se puo' essere comprensibile, ma non giustificabile, per un prelato, non lo e' per un esponente del Parlamento, che tra l'altro si definisce laico e liberale (nel pensiero).
Primo Mastrantoni, segretario Aduc.
(1) Vedasi: C. Levi-Strauss, The family; K. Gough, The origin of the family
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