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FIDUCIA DEI CONSUMATORI IN AUMENTO? QUANTO E' MERITO DEI PROVVEDIMENTI DEL GOVERNO SULLE LIBERALIZZAZIONI... DURERA'?
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Comunicato 
21 luglio 2006 0:00
 

Firenze, 21 Luglio 2006. L'Isae (Istituto di studi e analisi economiche) fa sapere nella sua ultima indagine mensile condotta nei primi quindici giorni di luglio, che la fiducia dei consumatori e' aumentata, assestandosi a 108,7 (da 106,9) tornando ai valori dello scorso mese di marzo.
Il motivo principale viene individuato nella vittoria dei Mondiali di calcio.
E' probabile, ma ci sembra molto poco e limitato, specialmente se si considera che stiamo parlando di consumatori e non genericamente di italiani.
Non sappiamo per quale motivo l'Isae non consideri i provvedimenti del Governo in materia di consumatori, ma a noi sembrano molto determinanti.
E' innegabile, infatti, che l'attenzione di un Governo nei confronti dei consumatori, come quella manifestata dai provvedimenti del ministro Pierluigi Bersani, non si era mai registrata prima. E questi sono fatti che hanno risvolti sui comportamenti economici. Probabilmente ne vedremo gli effetti benefici anche in quelle vendite al dettaglio che, purtroppo, grazie ai metodi jurassici di rilevazione, occorrera' attendere mesi prima di sapere qualcosa. Un po' meno sugli investimenti finanziari, perche' la concomitanza con l'avvio dell'estate, sicuramente induce meno i risparmiatori ad indirizzare i propri soldi in altro che non siano le vacanze. Ma a settembre/ottobre anche questo settore potrebbe ripartire, dipende tutto da cosa accadra'.
Ci auguriamo che il Governo sappia cogliere questo segnale che gli arriva dai consumatori, che', in una economia di mercato, la maggiore circolazione di denaro e la maggiore propensione alla spesa e' linfa vitale. Ma attenzione, perche' se per buona parte dei provvedimenti in cantiere dovesse finire come per i taxisti (la vittoria delle corporazioni e non del mercato), i consumatori sapranno come sempre indirizzare i loro proiettili contro l'obiettivo giusto: il non-acquisto. Con tutte le conseguenze che questo comporta per la stagnazione dell'economia interna e la necessita' (maggiori costi) delle imprese di rincorrere il mercato extra-nazionale.

Vincenzo Donvito, presidente Aduc
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