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FIDUCIA DEI CONSUMATORI
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Comunicato 
27 settembre 2001 0:00
 


LEGGERE CON ATTENZIONE I DATI, SENZA ESULTARE PER LA TENUTA … PERCHE’ SONO DATI "VECCHI" RISPETTO A CIO’ CHE STA SUCCEDENDO IN ITALIA E NEL MONDO

Firenze, 27 Settembre 2001. L’Isae (Istituto di Studi e Analisi Economica, finanziato essenzialmente dallo Stato, e il cui presidente e’ Fiorella Kostoris Padoa Schioppa) ha diffuso i dati sulla fiducia dei consumatori nel mese di settembre (121,1), registrando un leggero aumento rispetto al mese di agosto (120,7): un magro +0,4. Si tratta di un’indagine svolta su 2000 famiglie campione nel periodo 3/13 settembre, includendo quindi il clima nei giorni a cavallo delle stragi Usa dell’11 settembre, tant’e’ che nei giorni precedenti l’indice segnava 121,2, mentre nel giorno dell’attentato e nei due giorni successivi si e’ attestato a 119,5. Sono dati che l’Isae ha presentato come di sostanziale tenuta, sottendendo comunque un clima di diffusa incertezza riguardo alle prospettive future. E per far meglio comprendere questa tendenza, sempre l’Isae ha ricordato che l’indice di fiducia delle famiglie Usa, diffuso dal Conference Board, nella rilevazione di settembre (prima e dopo l’11) e’ diminuito di oltre 16 punti (per la precisione: 16,4 –aggiungiamo noi).
Interviene il presidente dell’Aduc, Vincenzo Donvito.
Una lettura dei dati, rispetto a quelli Usa, a cui bisogna prestare molta attenzione, senza farsi prendere da entusiasmi di chissa’ quale tenuta dei consumatori italiani.
I dati dell’Isae, in un lasso di tempo di 10 giorni (3/13 settembre), rispetto al clima post-attentati Usa comprendono solo 3 giorni (c’e’ da considerare anche la differenza di fuso orario che ci fa essere 6 ore in avanti rispetto a New York/Washington, e quindi i giorni considerati non sarebbero 3, ma praticamente 2 e due terzi), per cui risentono dell’avvenimento solo in modo marginale e, soprattutto, risentono solo del clima dei primi due/tre giorni, quando c’e’ quasi esclusivamente lo shoc e solo limitatamente il riflesso sui consumi: cioe’ non c’e’ stato ancora il tempo perche’ i consumatori si rendessero conto cosa potesse significare per la loro vita cio’ che si era verificato oltre l’Atlantico. Infatti il crollo che per il momento sta caratterizzando questo clima di sfiducia (il trasporto aereo e i viaggi turistici all’estero), si e’ manifestato nella sua entita’ gigantesca, solo alcuni giorni dopo (nei giorni 11, 12 e 13 essenzialmente per chi aveva le partenze in quei precisi giorni, mentre il turbinio di disdette e’ arrivato dopo e sta aumentando tutt’ora).
I dati del Conference Board, con i suoi 16,4 punti in meno rispetto al mese di agosto, invece, riguardano il periodo che va dall’1 al 21 settembre: tutt’altro lasso di tempo rispetto all’11 settembre, oltre, ovviamente, tutt’altra reazione in quanto sono crollate le Torri Gemelle ed e’ stato colpito il Pentagono, non il Pirellone di Milano e il Viminale di Roma.
I dati Isae, quindi, sarebbero "vecchi" rispetto al fatto la cui centralita’ viene considerata determinante.
Ci sembrano ragioni piu’ che sufficienti per non esultare ad una tenuta della fiducia dei consumatori italiani rispetto a quelli Usa, e aspettare i dati del prossimo mese o, magari, indagini che considerino altri periodi piu’ simili a quelli del Conference Board.
Per ora, anche rispetto al nostro osservatorio di associazione di consumatori, registriamo valanghe di disdette per viaggi di ogni tipo, con relativa rimessa in denaro da parte dei consumatori (quando non e’ la compagnia o il tour operator ad annullare il viaggio, scattano le penali tradizionali degli specifici regolamenti contrattuali), che non potra’ non influenzare altri consumi.
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