Firenze, 5 ottobre 2007. "Il re e' nudo. E' la conferma di un'azione propagandistica". E' la reazione del
sottosegretario all'Economia Paolo Cento al diniego, da parte del comune di Firenze, dell'autorizzazione a praticare legalmente il mestiere di lavavetri all'onorevole Donatella Poretti (Rnp) e al presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito, che avevano inoltrato la domanda dopo la prima ordinanza antilavavetri della giunta Dominici. [1] "Questa decisione conferma che c'e' un vuoto amministrato che non puo' essere colmato da una sanzione prevista dal codice penale", aggiunge Cento.
Analoga posizione e' stata espressa da
due parlamentari fiorentini della Sinistra Democratica.
L'onorevole Marisa Nicchi ha dichiarato: "E' la dimostrazione di quanto non regga l'ordinanza del Comune, che e' sbagliata sul piano simbolico, politico e giuridico, come ha confermato la stessa magistratura. Dimostra la stumentalita' e la fragilita' della scelta".
Concorda il
senatore Giovanni Bellini. "E' una conferma. Firenze e' l'unico caso in cui si insiste a voler regolamentare un disagio sociale con metodi sproporzionati e inutili. Per praticare accoglienza in questo modo occorrerebbe gerarchizzare in modo cameratesco la citta'".
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