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FISCO E FINANZIARIA. QUANDO NON SI VUOL FARE LA LOTTA ALL'EVASIONE FISCALE
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Comunicato 
27 dicembre 2006 0:00
 

Roma, 27.12.2006. Nel 2004 l'economia sommersa valeva tra i 230 e 246 miliardi, una media di 238 miliardi di euro, cioe' il 17,15 del Pil, secondo l'Istat. L'allora presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, parlo' del 40%. Ma atteniamoci ai dati Istat. I settori maggiormente interessati sono quelli dei servizi (commercio, alberghi e pubblici esercizi, per il 13,4%), l'agricoltura (18,3%) e l'industria (5,7%). I valori, in termini monetari, sono molto diversi: per i servizi il sommerso vale 197,6 miliardi, per l'agricoltura 5,8 miliardi e per l'industria 42,36 miliardi. In termini assoluti e' quindi il settore terziario che piu' evade, con una cifra che ha dell'astronomico, 197,6 miliardi, appunto. Ovvio che e' in questo settore che dovrebbe essere condotta la lotta all'evasione fiscale. Che ti fa il Governo? Rivede gli studi di settore, dai quali dovrebbero affluire, nel 2007, 3,3 miliardi di euro. Ma come, a fronte di una evasione di 197,6 miliardi se ne recuperano solo 3,3? Ovvio, perche' gli accertamenti non scatteranno per tutti coloro che dichiareranno redditi in linea (congrui) con gli studi di settore del proprio comparto, i quali pero' rappresentano l'82% dei soggetti interessati. Ci aggiungiamo che oltre il 90% dei dichiaranti risulta credibile (coerente) nella dichiarazione dei redditi. Insomma, si proclama la lotta all'evasione fiscale ma i provvedimenti assunti (contenti Confcommercio, Confesercenti, ecc.) vanno i direzione opposta. Sembra che questo Governo sia proprio strabico: prima elabora il Dpef (documento di programmazione economico finanziaria) poi approva una Finanziaria che marcia in senso contrario.
Alchimie del politicismo.
Primo Mastrantoni, segretario Aduc
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