testata ADUC
FISCO E FINANZIARIA. GLI STUDI DI SETTORE
Scarica e stampa il PDF
Comunicato 
21 giugno 2007 0:00
 

Roma, 21 giugno 2007. Torna la protesta degli autonomi sulla esosita' degli studi di settore. Nel dicembre scorso si era raggiunto un accordo tra Governo e associazioni di categoria sulla rivisitazione degli indici degli studi di settore stessi. Ora gli autonomi si accorgono che l'accordo li danneggia. Vediamo di capirci qualcosa. I settori maggiormente interessati al sommerso sono quelli dei servizi (commercio, alberghi e pubblici esercizi, per il 13,4%), l'agricoltura (18,3%) e l'industria (5,7%). I valori, in termini monetari, sono molto diversi: per i servizi il sommerso vale 197,6 miliardi (!!!), per l'agricoltura 5,8 miliardi e per l'industria 42,36 miliardi (Istat 2004). Il viceministro dell'Economia, Vincenzo Visco, dichiara che solo il 39,4% degli autonomi sono in linea con i parametri di settore, mentre il 53,8% non sono congrui e il 6,8% sono marginali (dati 2005). Mettendo insieme il valore del sommerso nei servizi (197,6 miliardi) e la percentuale dei non congrui (53,8%) ce n'e' in abbondanza per capire dove si annida l'evasione fiscale. Invece, grazie alle proteste delle lobbies dei commercianti (Confesercenti per il Centro-sinistra e Confcommercio per il Centro-destra) e' probabile che si arrivi ad una modifica dei parametri degli studi di settore che "venga incontro" alle richieste degli autonomi. In questo senso e' stata depositata una mozione parlamentare. Nell'anno in corso si dovevano recuperare 3,3 miliardi dai nuovi studi di settore, ora se ne fara' poco o niente. Chi paghera' le tasse? I soliti noti, cioe' quelli a reddito fisso! E' gia' prevista un aumento della aliquota al 27% per i parasubordinati. Siamo o no il Paese di Arlecchino e Pulcinella?
Primo Mastrantoni, segretario Aduc
Pubblicato in:
 
 
COMUNICATI IN EVIDENZA
 
ADUC - Associazione Utenti e Consumatori APS