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FISCO E FINANZIARIA. TASSA SULLE "RENDITE" FINANZIARIE. NON E' LA PIU' BASSA IN EUROPA
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Comunicato 
28 settembre 2007 0:00
 

Roma,28 Settembre 2007. Armonizzare la tassazione sulle "rendite" finanziarie a livello europeo e' un ritornello che sentiamo dire da qualche tempo. Cerchiamo di capire. Attualmente esistono due aliquote, una al 12,5% per le "rendite" da capitale (interessi, dividendi e plusvalenze da titoli obbligazionari e azionari) e una al 27% per i depositi bancari, conti corrente e certificati. Alcuni esponenti dell'attuale maggioranza vorrebbero livellare il tutto al 20% in nome di una Ue che tassa i redditi finanziari al 20%, ma non e' cosi'. Passare dal 12,5% al 20% significa aumentare le tasse del 60% mentre diminuire dal 27% al 20% significa una riduzione del 25%. La differenza e' notevole. Se formalmente in alcuni Paesi europei la tassa e' al 20% o piu', e' altrettanto vero che ci sono dei coefficienti correttivi o delle franchigie e soglie di esenzione. Per esempio la tassazione dei dividendi in Olanda prevede una quota esente di 20.000 euro, in Germania una esenzione fino a 1.370 euro a persona, in Gran Bretagna una quota esente di 13.500 euro a persona, in Francia una franchigia di 1.525 euro a persona e una detrazione di 115 euro. Insomma i nostri europeisti dell'ultima ora dovrebbero analizzare meglio il mercato finanziario europeo e non raccontarci balle.
Primo Mastrantoni, segretario Aduc.
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