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Governo. Acciaierie di Taranto: le vite degli altri
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Comunicato di Primo Mastrantoni
5 novembre 2019 10:59
 
  Il Sud Italia è in recessione economica, aumenta la disoccupazione, diminuiscono gli investimenti, i giovani fuggono, se possono, l'economia in nero si espande e la malavita dilaga.

In questa realtà, la più grande acciaieria d'Europa rischia di chiudere, con 15 mila persone che perderanno il lavoro e un danno previsto di 24 miliardi di euro.

E' il risultato della decisione di questo governo M5S-Pd-Italia Viva. 

Riassumiamo la questione: la società franco-indiana Arcelor Mittal, quotata alla borsa di Londra, vince la gara per l'assegnazione delle acciaierie di Taranto (ex Ilva) e si impegna in investimenti per 4,2 miliardi di euro. 

C'è, però, un problema di riqualificazione ambientale, legato alla continuità industriale, cioè all'occupazione.

La norma prevedeva che nel periodo di transizione, fino al raggiungimento degli obiettivi di risanamento ambientale, i dirigenti non potevano essere perseguiti per reati ambientali. E' il cosiddetto "scudo penale", vale a dire la garanzia che, mentre si eseguono lavori di bonifica, non si è soggetti a provvedimenti della magistratura.

Il governo M5S-Pd-Italia Viva, ha varato un provvedimento legislativo che toglie lo "scudo" penale" ai dirigenti della acciaieria. Risultato è che la società Arcelor Mittal ha annunciato il suo ritiro dall'operazione.

Al M5s, al Pd e a Italia Viva fanno riferimento i nomi dei responsabili politici: Luigi Di Maio, Nicola Zingaretti e Matteo Renzi.
Costoro giocano con le vite, quelle degli altri.
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