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Grasso e Boldrini rinunciano all'appartamento di servizio. La scelta costera' di piu' al contribuente
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Comunicato di Primo Mastrantoni
20 marzo 2013 12:38
 
 Il presidente del Senato, Pietro Grasso e la presidente della Camera dei Deputati, Laura Boldrini, hanno dichiarato che rinunceranno agli appartamenti di servizio in dotazione. Questa decisione, a nostro parere, comportera' un aggravio di costi per il contribuente e di disturbo per i cittadini romani.
Vediamo il perche'.
Anche se non si utilizzano, gli appartamenti non scompaiono, cosi' come il personale di servizio che deve essere egualmente retribuito. Aggiungiamo "l'obbligo" dei pranzi istituzionali e di lavoro. Quindi, il costo complessivo degli appartamenti, utilizzati o meno, non cambia.
I due presidenti avranno una propria abitazione privata, il che significa il trasferimento giornaliero casa-ufficio-casa, con auto di servizio e di scorta (6 persone a turno), piu' il servizio di guardiani davanti all'abitazione privata, 3 agenti a turno, 24 ore su 24 ore. Il servizio di sicurezza non dipende dalla volonta' dei due presidenti ma dalle valutazioni del ministero dell'Interno, vale a dire che, anche a volerlo, i due presidenti non potrebbero rinunciare. Aggiungiamo i problemi del traffico romano, caotico di per se', che aumenterebbe a causa dei trasferimenti della seconda e terza carica della Repubblica. L'esperienza dei presidenti della Repubblica, Scalfaro e Cossiga, dovrebbe essere da esempio di come si aumentarono costi e disservizi, tant'e' che quando il presidente Ciampi accenno' ad analoga scelta lo invitammo a desistere.
Aggiungiamo una nostra disponibilita': siamo disposti a portar loro il caffe' mattutino, ovviamente se lavorano per risolvere gli annosi problemi del nostro Paese.
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