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ICI: ESENTE PER LA CHIESA, DOVUTA DAI CITTADINI. RICORSO ALLA CORTE COSTITUZIONALE
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Comunicato 
3 novembre 2005 0:00
 

Roma, 3 Novembre 2005. Uscita dalla porta e' rientrata dal portone. Parliamo di Ici, l'imposta comunale sugli immobili, che tutti i cittadini pagano ma che il Governo e la relativa maggioranza, vogliono abolire per gli immobili di proprieta' di enti ecclesiastici destinati ad uso commerciale (es. alberghi). Gia' la legge (1) esenta dalla tassa gli immobili ecclesiastici destinati ad attivita' connesse a finalita' di religione o di culto (chiese, oratori, ecc.). Una sentenza della Corte di Cassazione (2) ha decretato che "Il beneficio dell'esenzione dall'ICI non spetta in relazione agli immobili, appartenenti ad un ente ecclesiastico, che siano destinati allo svolgimento di attivita' oggettivamente commerciali". Insomma se gli istituti religiosi vogliono gestire un albergo (come fanno gia') devono pagare l'Ici, perche tale attivita' e' di natura commerciale e non destinata a finalita' di religione. Apriti cielo (e il caso di dirlo)! Non sia mai. Cosi' il governo corre ai ripari modificando la normativa in vigore. In sintesi: se una impresa vuole condurre un albergo deve pagare l'Ici, se invece tale attivita' e' svolta da un ente ecclesiastico l'Ici non e' dovuta. Al pari anche i cittadini pagano l'Ici. E' evidente un trattamento di totale disparita' fiscale che, riteniamo, dovra' essere sottoposta al vaglio della Corte Costituzionale se la norma verra' definitivamente approvata dal Parlamento.
Primo Mastrantoni, segretario Aduc

(1) Decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 504.
(2) Sentenza della Cassazione 8 marzo 2004, n. 4645.
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