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IMMIGRAZIONE. BUONE LE INTENZIONI DEL GOVERNO, MA E' NECESSARIA UNA REVISIONE ORGANICA DELLA DISCIPLINA DI SETTORE
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Comunicato 
4 agosto 2006 0:00
 

Firenze, 4 Agosto 2006. Il recente fermento politico attorno ai temi dell'immigrazione e' segno che stiamo andando nella direzione giusta: la riforma della Bossi-Fini, che pero' deve essere sistematica e onnicomprensiva, e non puo' essere parcellizzata in tanti piccoli provvedimenti come sembra essere nell'intenzione dell'esecutivo, pena la perdita di efficacia ed incisivita' delle norme riformate.
Negli ultimi mesi, infatti, diversi esponenti del governo si sono espressi piu' volte sulla materia, annunciando futuri provvedimenti sui flussi; proposte di decreti legislativi in attuazione delle direttive comunitarie su ricongiungimenti familiari e sulla carta di soggiorno per soggiornanti di lungo periodo; circolari che annunciano la rinuncia alla moratoria sugli ingressi per lavoro subordinato dei cittadini neocomunitari; proposte di revisione della disciplina sulla naturalizzazione e sull'acquisizione della cittadinanza alla nascita sul territorio italiano.
Segno che il governo percepisce chiaramente le storture del precedente impianto normativo, che da una parte limitava le esigenze delle aziende italiane, che hanno bisogno di manodopera straniera, e dall'altra pretendeva che questa manodopera venisse fornita senza radicamento sociale: si trattava lo straniero come merce: "vieni a lavorare, e appena finito torna a casa"; si rendeva estremamente difficile quando non impossibile ricongiungersi con i propri cari; si ritardava quanto piu' possibile la stabilizzazione dei propri centri di interessi affettivi, sociali, economici e politici, concedendo allo straniero di chiedere la cittadinanza dopo dieci anni dal suo arrivo regolare, e facendone passare altri quattro o cinque prima di avere una risposta in merito.
Plaudiamo quindi al "fermento legislativo", ma come addetti ai lavori rimaniamo perplessi perche', se queste esigenze sono percepite e condivise, si deve altresi' comprendere che una serie di microriforme dei singoli aspetti della materia potrebbero creare ancor piu' confusione applicativa. Si corre il rischio di una cattiva armonizzazione fra le diverse norme ed una difformita' fra testi normativi e regolamenti attuativi (come avvenuto in passato la Bossi Fini e il relativo regolamento), rendendo cosi' piu' difficile sia l'esercizio dei diritti da parte dei titolari che la gestione delle novita' introdotte da parte delle pubbliche amministrazioni competenti.
Posto che le indicazioni che arrivano dal governo fanno intendere l'intenzione di riformare quasi tutti gli aspetti della legge, riteniamo sia opportuno rinunciare alla riforma delle singole norme e procedere ad una revisione organica della materia, dalla quale possano trarre giovamento il complessivo quadro normativo, gli utenti e gli organi dello Stato che alle modifiche legislative devono dare attuazione.

Emmanuela Bertucci, legale Aduc
www.aduc.it/dyn/immigrazione
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