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IMMIGRAZIONE. PERMESSI DI SOGGIORNO AI COMUNI? SPERIAMO CHE SIA LA VOLTA BUONA!
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Comunicato 
1 settembre 2006 0:00
 

Firenze, 1 Settembre 2006. Il Vice Ministro dell'interno Marco Minniti ha fatto sapere, dalle tribune della Festa dell'Unita' a Milano, che i permessi di soggiorni presto diverranno di competenza dei Comuni. Ha spiegato che su 4.000 agenti di pubblica sicurezza, 600 sono impegnati con le questioni amministrative degli stranieri, e che cio' va a detrimento della sicurezza.
E' molto tempo che si parla di questo auspicabile trasferimento di competenze, anni ormai, ma ancora non sono concretamente state mosse le pedine giuste. Si e' creato lo Sportello Unico per i nulla osta al lavoro, contratti di soggiorno e ricongiungimenti familiari. Ma purtroppo le Questure, sollevate da questi incombenti, non si sono ancora dimostrate in grado di fornire un servizio compiuto, celere ed efficace e qualificato, in merito alle sue restanti funzioni: permessi, rinnovi e carte di soggiorno.
Lo abbiamo piu' volte denunciato: le autorita' di pubblica sicurezza non dovrebbero occuparsi se non della pubblica sicurezza! E non anche di questioni anagrafiche, cartolari. Per quelle esistono, e meglio si attagliano, figure giuridiche apposite, sicuramente piu' qualificate, che sono gli addetti alle anagrafi del Comune e gli ufficiali di stato civile. Insomma, per andare a rifare il certificato di residenza e la carta di identita' non c'e' bisogno di un agente in divisa.
Inoltre, persistere nella competenza delle questure significa affidare il travaglio burocratico di uno straniero residente in mano a personale preparato e formato ad altri scopi, con tutto cio' che ne consegue. Nonche' riconoscere implicitamente un legame primitivo fra lo straniero e la sicurezza degli italiani. A priori.
Ci trova pertanto d'accordo la proposta annunciata dall'esponente del Governo, che riteniamo urgente, come del resto tutta la riforma dell'attuale normativa del settore immigrazione. Non se ne abbiano a male i poliziotti, ma davvero ci auguriamo che un domani possano ritornare a fare il loro mestiere.

Claudia Moretti, legale Aduc
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