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Incentivi banda larga: una paghetta ai giovani. Il governo intriso di cultura vecchia e mattonara
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Comunicato di Domenico Murrone
14 aprile 2010 13:57
 
Tanto ci ha pensato che alla fine ha partorito un topolino. Nell'ambito degli incentivi al consumo che partiranno domani, ci sono quelli destinati ai giovani che attivano abbonamenti per la banda larga. 20 milioni di euro, sui 300 stanziati, un terzo di quelli destinati all'acquisto di cucine componibili. 
Nel dicembre 2008, il vice ministro alla Comunicazioni annunciava e ribadiva:
Il governo crede nel futuro delle 'autostrade digitali' e ha ingaggiato una sorta di 'corsa contro il tempo' per evitare che il ritardo infrastrutturale dell'Italia sulla banda larga faccia perdere al nostro Paese il treno dell'innovazione.
 
L'abbiamo perso, il treno. Perche' a fronte di annunci mirabolanti, il Governo stanzio' 800 milioni di euro per rimediare al problema del cosiddetto digital divide (copertura delle zone ancora sprovviste di Adsl). Che e' una cifra ridicola, visto che una seria copertura con cavi al altissima velocita' in fibra ottica richiede investimenti di miliardi di euro. Investimenti che altri Paesi hanno programmato ed effettuato.
Ma pure quegli 800 milioni sono stati bloccati, con varie argomentazioni, e le autostrade digitali promesse da Romani sono rimaste sulla carta.
Il governo ha optato per una banale aspirina da 20 milioni di euro, per stimolare il 'consumo' di banda larga tra i giovani (dai 18 ai 30 anni), che beneficeranno di 'ben' 50 euro.
 
I problemi che stanno dietro a questo immobilismo sono vari e coinvolgono interessi piu' o meno nobili. Anche senza fare dietrologia constatiamo che, ancora oggi, l'esecutivo punta sui settori maturi (bene o male tutti gli italiani hanno una cucina o un forno), non piu' capaci di innescare un circolo economico virtuoso. Al contrario della banda larga che tutti gli analisti, compresi quelli pagati dal governo, ritengono formidabile volano di crescita economica.
 
Il governo e' ancora intriso di cultura 'mattonara' o palazzinara, stimolando tutto cio' che gira attorno alla casa. Una cultura che ha contribuito al boom italiano degli Anni 50. Ma all'epoca la necessita' di dare case salubri agli italiani era un bisogno essenziale. Oggi non e' cosi', e infatti tutti i successivi incentivi a costruire e a ristrutturare immobili hanno piu' che altro portato all'aumento esponenziale dell'abusivismo edilizio. Seppur con tutti questi limiti, fino ad un decennio fa aveva un qualche senso il principio “finche' il mattone va, l'Italia va”.
 
Oggi la cultura palazzinara non genera sviluppo, in quanto i meccanismi dell'economia sono mutati e a generare reale sviluppo non sono gli investimenti nell'immobile, ma quelli nell'immateriale. Con lo sviluppo della banda larga, si possono far rivivere i paesi montani ormai spopolati. Tanti giovani potrebbero lavorare 'da casa' anche nel borghetto in collina o in montagna. Tanti spostamenti potrebbero essere evitati, con strade meno intasate. E cosi' via.
Invece il governo 'regala' un'aspirina da 50 euro, una paghetta settimanale, a giovani di venti e trentanni.
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