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L’ITALIANO LINGUA OBBLIGATORIA IN VENEZUELA
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Comunicato 
6 settembre 2001 0:00
 


UNO SPRECO DI SOLDI PER UNA INIZIATIVA SENZA PROSPETTIVE
A QUANDO L’ALBANESE OBBLIGATORIO NELLE SCUOLE ITALIANE?

Firenze, 6 Settembre 2001. In Venezuela e’ stato reso obbligatorio nelle scuole l’insegnamento della lingua italiana. Ce lo fa sapere il ministero per gli Italiani nel mondo, dopo che gli e’ stato comunicato dalla nostra rappresentanza diplomatica in quel Paese. Lo stesso ministro Mirko Tremaglia ha comunicato la sua soddisfazione, soprattutto per la crescente domanda di cultura italiana che si registra nel mondo, e si e’ impegnato perche’ l’attivita’ del ministero sia indirizzata a far dichiarare l’italiano seconda lingua nei Paesi a piu’ forte presenza di connazionali.
Interviene il presidente dell’Aduc, Vincenzo Donvito.
Oltre ad esser preoccupati per gli studenti venezuelani (tutti) che saranno costretti ad imparare l’italiano, lingua che gli servira’ per sviluppare la conoscenza dell’Italia, il Canton Ticino in Svizzera, alcune isolette greche e cio’ che resta in Somalia, Eritrea, Etiopia, Libia, Istria e Albania (notoriamente in questo Paese vedono RaiUno e sono molti a conoscere la nostra lingua), a discapito del francese (che gli avrebbe consentito, oltre ai Paesi europei francofoni, buona parte dell’Africa, un po’ di isole caraibiche, pacifiche e dell’oceano Indiano, e sacche della penisola indocinese) e dell’inglese (utile per tutto il resto del mondo, inclusi i Paesi di lingua italiana e quelli francofoni) … siamo preoccupati per l’attivita’ di questo ministero, che credevamo dedito al riconoscimento della dignita’ e del diritto culturale e giuridico dei milioni di italiani emigrati nel mondo.
Siccome il ministro Tremaglia, sull’onda di quanto accaduto a Caracas ci dice che la sua attivita’ e’ indirizzata al riconoscimento dell’italiano come seconda lingua dove ci sono molti immigrati italiani, e siccome sappiamo che cio’ costa soldi che vengono dai nostri contributi fiscali, siamo altresi’ preoccupati per l’uso che si fa di questi soldi, perche’ ci sembrano sprecati, specialmente in epoca di avvento dell’Euro e, si spera, di avvio di un processo di integrazione politica dei Paesi dell’Ue. Ci domandiamo quali sarebbero le prospettive di un simile investimento.
Inoltre, siccome da razionalisti e attenti all’uso della logica nel governo della cosa pubblica, siamo attenti a cio’ che ci viene detto, se passa il concetto di quantita’ di presenza territoriale, cosa risponderemo quando qualcuno ci chiedera’ di far studiare obbligatoriamente (a tutti, come in Venezuela) l’albanese nelle scuole italiane, perche’ la presenza di immigrati di quel Paese e’ molto forte sul nostro territorio? Che italiano e’ bello mentre albanese puzza?
Inoltre ci domandiamo se, vista la condivisione gomito a gomito che avremo nei prossimi anni con la Germania, se –sempre per il rispetto della logica delle cose- non dovremo chiedere che altrettanto facciano i tedeschi con la lingua turca (e' notorio che nelle strade tedesche, a parte l’aspetto logistico, politico ed economico, sembra di passeggiare per le vie di Istambul). Senza dimenticarsi degli algerini in Francia. E l’elenco potrebbe continuare …..
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