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LASCIATE OGNI SPERANZA O VOI CHE ENTRATE.. L'AMMINISTRAZIONE DELLA GIUSTIZIA NEL CASO ADUC/ENEL
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Comunicato 
9 maggio 2005 0:00
 

Firenze, 9 Maggio 2005. Oggi era fissata l'udienza della causa intentata dal presidente dell'Aduc contro l'Enel per il black-out del 28 settembre 2003, quando tutta l'Italia resto' al buio per svariate ore; oggetto del contendere: la richiesta del rimborso forfetario di 25,82 euro per il disservizio e la violazione del contratto.
Si trattava della seconda udienza, dopo che nella prima, lo scorso 17 gennaio, le parti avevano chiesto di poter presentare ulteriore documentazione: entro il 15 aprile lo hanno fatto ed oggi l'udienza, ore 9,30. Sulla porta dell'auletta del giudice, dr Aldo Plastina, il foglietto con i nominativi delle udienze del giorno, al primo posto la nostra. Ma, entrando nell'auletta il giudice ci ferma: lui non cura piu' questa causa, lo ha comunicato a chi di dovere a tempo debito e del fascicolo non ne sa nulla.
A quel punto e' cominciata la peripezia di quattro persone alla ricerca della causa perduta: l'avvocato dell'Enel e la sua assistente, l'avvocato dell'Aduc e chi scrive.
Il palazzo del giudice di pace si snoda su quattro piani con corridoi larghi grossomodo un metro e mezzo, pieni di persone in attesa, tutti in piedi e senza sedie, che ogni volta che passa qualcuno devono muoversi per facilitarne il transito. Da un piano all'altro, tra cancelleria che non sapeva di cosa stessimo parlando e coordinatore dei giudici di pace che era introvabile, ma che dopo aver bussato a diverse porte si scopre che e' anch'egli in udienza; aspettiamo che finisca e ci facciamo ricevere. Spiegatogli che nessuno ci aveva avvisato che l'udienza non c'era (l'avvocato dell'Enel era venuto apposta da Bologna..), tant'e' che risultava anche sulla lista del giorno appesa all'ingresso dell'auletta del giudice che tale non era piu', il coordinatore ci invita a seguirlo su un altro piano, nel suo ufficio e comincia a cercare il fascicolo. Eccolo, trovato: lo aveva dimenticato sul proprio tavolo e non lo aveva neanche aperto, e non avendogli nessuno scritto in copertina con evidenza che c'era gia' un'udienza convocata, non se n'era curato piu' di tanto.
Il giudice coordinatore ci fa sapere che il precedente giudice ha rinunciato a continuare perche' non si sentiva sereno in una causa di pubblico dominio con due attori del genere, anche perche' alcuni utenti, leggendo le informazioni sul sito Internet dell'Aduc, gli avevano telefonato per chiedergli migliori chiarimenti sulla reale possibilita' di avere il rimborso.
Poi ci viene assegnato un nuovo giudice e, vista la necessita' di conoscere al piu' presto la data dell'udienza, ci viene consegnato il fascicolo invitandoci a portarlo noi al nuovo giudice che, pur non avendo udienza in questa giornata. e' da qualche parte nel palazzo. Aperte tutte le porte che potevano essere aperte nei quattro piani del palazzo, il giudice non c'e' e quindi riportiamo il fascicolo in cancelleria perche' lo facciano loro d'ufficio, raccomandandoci di non dimenticare di avvisarci di questa data che sara' fissata.
Per chi ha dimestichezza e frequentazione con l'amministrazione della giustizia, questo racconto e' parte dell'ordinaria follia a cui ci si sottopone alla bisogna: giornate perse, soldi buttati via, insistenza per avere cio' che spetta di diritto, approssimazione degli addetti, etc. Ma per tutti coloro che, magari, e' la prima volta che vi fanno ricorso con il desiderio di far valere le norme e la legge per un presunto torto subito, lo scoramento verso le istituzioni, seguito dal desiderio di non voler mai piu' avere a che fare con un simile servizio, e' il minimo che viene: forse si comprende meglio (ovviamente senza condividerlo e scoraggiandolo) perche' sia cosi' diffuso il convincimento che farsi giustizia da se' o subire il torto in silenzio, sia la cosa migliore.
Lasciate ogni speranza o voi che entrate..
Vincenzo Donvito, presidente Aduc
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