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LIBERALIZZAZIONE ENERGIA ELETTRICA
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Comunicato 
27 settembre 2001 0:00
 


STA ANDANDO A RAMENGO GRAZIE ALLA POLITICA DEL MINISTERO DELLE ATTIVVITA’ PRODUTTIVE.
L’ADUC CHIEDE AL GARANTE DELL’ENERGIA DI DIMETTERSI COME GESTO DI MANIFESTAZIONE DI INDISPONIBILITA’ A FARE LA PARTE DELL’UTILE IDIOTA

Firenze, 27 Settembre 2001. Il ministro della Attivita’ produttive, Antonio Marzano, e il Garante dell’energia, Pippo Ranci, hanno entrambi ribadito che il mercato italiano dell’energia elettrica va liberalizzato, ma che questo sara’ possibile solo in un contesto di mercato unico dell’energia. Ma, mentre il ministro ha detto di voler demordere in mancanza di questo mercato ("se le politiche dei vari Paesi restano diverse e alcuni Paesi puntano ancora su preferenze monopolistiche a differenza di altri, non si potra’ certo raggiungere questo obiettivo"), il Garante sostiene che "se la liberalizzazione europea non andra’ avanti, dovremo farne una italiana anche in maniera piu’ dura".
Interviene il presidente dell’Aduc, Vincenzo Donvito.
Non pretendiamo similarita’ di vedute e prospettive tra ministero e Garante e, in un certo senso, dovendoci accontentare, registriamo con piu’ soddisfazione la disponibilita’ liberalizzatrice del Garante rispetto a quella del ministro (il primo e’ pagato proprio per questo, e sarebbe da dolersi se pensasse e agisse in senso contrario). Ma non possiamo bendarci gli occhi per non registrare che cio’ avviene mentre torna alla ribalta cio’ che, in un sol colpo, ammazzerebbe il processo di cosiddetta liberalizzazione del mercato energetico. Stiamo parlando del tetto del 30% alla partecipazione di soggetti pubblici nella gara per la vendita di Eurogen (la maggiore delle tre Genco in vendita), che mentre stava per essere abolito a fine luglio, e’ rimasto al suo posto, ma che ora, sempre il ministro Marzano, ci comunica che sta studiando come evitarla. Le ipotesi sono due: abolizione del decreto che aveva istituito il tetto del 30%, o correzione consentendo la partecipazione a quelle aziende pubbliche per le quali e’ prevista la privatizzazione entro, per esempio, cinque anni.
Non sappiamo come il ministro delle Attivita’ Produttive concili la sua foga liberalizzatrice con questa storia delle Genco, ma a questo punto non possiamo non prendere atto che Marzano ha gia’ capito e deciso, e le sue parole di oggi ne sono lo specchio: di liberalizzazione in Europa non se ne parla (finalmente?), quindi navighiamo a vista e continuiamo a controllare il controllabile. Perche’ di questo si tratta: la continuita’ della presenza della cosa pubblica (Stato, o Regione, o Comune, o Provincia, poco importa al fine economico e/o politico) nella gestione dei settori essenziali della vita economica e amministrativa.
Un meccanismo che e’ sempre stato cosi’ in Italia e che, nello specifico elettrico, ci ha portati ad essere il Paese con le tariffe al consumo piu’ care di tutta Europa, e che procrastinandosi pone le fondamenta per una continuita’, ovviamente a danno e spese dei consumatori.
A noi il tetto del 30% per la partecipazione di soggetti pubblici alle vendite di parte del monopolio Enel, non e’ mai piaciuto, perche’ vorremmo che non ci fosse alcun tetto, ma semplicemente il divieto di partecipazione per qualunque azienda che avesse anche un’azione di partecipazione pubblica (inclusi i colossi monopolistici francesi o di qualunque altro Paese, a cui il nostro mercato sembra molto interessare), perche’ continuiamo a credere che il mercato deve tenere ben divisi e differenziati i controllori dai controllati.
Spalleggiamo percio’ il prof. Ranci, ma in un gettito di simpatia e volonta’ di lotta, gli chiediamo di dare un segnale forte al Paese, al Parlamento e al Governo: rassegni le dimissioni per impossibilita’ di esercitare il suo mandato. Di fronte a cotanta sfrontatezza monopolista dei ministeri, si corre il rischio solo di fare la parte dell’utile idiota, e la stazza del prof. Ranci e del compito che ha, non meritano tanta villaneria istituzionale.
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